Teramo, la Tercop invita il Comune a trovare un accordo

Ricercare con urgenza una soluzione per consentire alla Tercop di partecipare alla prossima gara per conservare i propri posti di lavoro messi in bilico anche da una disattenzione comunale, ritardando i provvedimenti ingiuntivi dell’Ufficio Tributi.

Ammonta a 60mila euro la cifra richiesta dal Comune alla cooperativa per l’insoluto relativo alla Cosap del 2014. Una cifra che per oltre la metà è costituita da sanzioni e interessi che metterebbe a dura prova il mantenimento della società già fortemente penalizzata per la riduzione degli stalli decisi dall’ufficio traffico che non aveva tenuto conto, in questa scelta, dell’equilibrio economico finanziario indispensabile per la corretta gestione della cooperativa e del rispetto degli oneri contrattuali.

La Tercop, dunque, già fortemente “spremuta” con i 28 soci lavoratori che rinunciano da anni alle ferie retribuite, all’accantonamento del Tfr e alle tredicesime, sarebbe stata ulteriormente “dissanguata” dalla proroga scaduta non fosse stata prolungata, costringendo la cooperativa a scegliere tra il pagamento degli stipendi e quello della tassa comunale. E nonostante le numerose proposte per risolvere la situazione, con una bozza di accordo raggiunto, le dimissioni dell’ex assessore al traffico avrebbero poi mandato all’aria la questione, lasciando cadere ogni ipotesi di accordo, pur esistendo per la Tercop le condizioni per una transazione tra il debito maturato nei confronti dell’amministrazione e i danni subiti dalla cooperativa.

Inoltre visto che per i parcheggi di Piazza Dante è stata concessa l’esenzione della tassa a titolo risarcitorio anche la Tercop vorrebbe poter contare su un aiuto, magari attendendo le decisioni che potrebbero arrivare dal tavolo di conciliazione avviato martedì scorso in Provincia.

“Dalla nostra esclusione dalla prossima gara”, si legge in una nota della cooperativa, “il Comune avrebbe solo da perdere, perché oltre a non recuperare gli insoluti, si troverebbe ad affrontare una serie di contenziosi legali, risarcimenti, ricorsi, esposti, gli unici strumenti che rimarrebbero ai soci lavoratori per resistere ad una inaccettabile ingiustizia”.

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