Atri, ospedale San Liberatore: la proposta del Comitato tecnico per la Sanità

atri_ospedaleAtri. La sua costituzione risale al 16 aprile scorso quando, in occasione di un’assemblea pubblica, il sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, ne aveva ufficializzato la nascita. Stiamo parlando del “Comitato per la Sanità”, organismo bipartisan composto dal primo cittadino, dal direttore sanitario del presidio, da un rappresentante della minoranza, da due esponenti della società civile scelti dal sindaco, altri quattro scelti dalla maggioranza e quattro dai partiti di minoranza in consiglio comunale, nato per monitorare la situazione dell’ospedale, proporre soluzioni ai vari problemi, restando fuori dagli schemi politici.

Quegli stessi schemi che tanti dissidi avevano creato all’interno del Consiglio Comunale, con una maggioranza pronta ad accettare il piano della Asl di Teramo ed una minoranza pronta alla battaglia in difesa del San Liberatore. Alla fine hanno deciso di deporre le armi e unire le forze per dar vita a delle proposte concrete, da sottoporre all’attenzione del manager Giustino Varrassi.

E il primo “prodotto” è stato presentato nei giorni scorsi, nel corso di una seduta del Consiglio appositamente riunita. Una vera e propria proposta di atto aziendale riferita esclusivamente all’ospedale San Liberatore, elaborata appunto dalla Commissione tecnica. Una bozza che prevede, oltre ad una direzione medica e amministrativa, sette reparti ed il mantenimento dell’Utic.

Relativamente alle strutture complesse, si propone il mantenimento di medicina generale, endocrinologia e riabilitazione, chirurgia generale e ortopedia, anestesia e rianimazione, laboratorio analisi e farmacia, ostetricia e ginecologia, pediatria e neonatologia di I livello, psichiatria di diagnosi e cura, cardiologia e Utic.

Per quanto riguarda, invece, le strutture semplici a valenza dipartimentale, sono previste nefrologia e dialisi, diabetologia, lungodegenza e gastroenterologia clinica, urologia e odontostomatologia, Pronto Soccorso, anatomia patologica, centro trasfusionale e allergologia, medicina nucleare e radiologia.

Infine, per le strutture semplici, geriatria e medicina dello sport, chirurgia laporoscopica e oculistica, auxologia età evolutiva e radioterapia metabolica (struttura semplice).

“Il Comitato” commenta il consigliere comunale de La Rosa Bianca, Carmine Zippilli, “ha cercato di redigere il miglior atto possibile e non era facile, visti gli stretti paletti posti dalle linee guida regionali, verso le quali rimango molto critico. La situazione dettata da queste linee guida presenta molte criticità, riguardanti anche la distribuzione dei reparti di eccellenza tra i vari presidi. Quasi tutti saranno nei comuni capoluogo e, ad esempio, ad Atri non potremo averne più di un paio. Pertanto, nonostante manterremo la qualifica di ospedale per acuti, la maggior parte dei reparti non riuscirà ad avere quel qualcosa in più in grado di attrarre pazienti, che preferiscono altri ospedali”.

E Zippilli ne è convinto: “senza eccellenze non si sana la sanità abruzzese e non si ridà smalto e lustro all’ospedale San Liberatore di Atri”. Il consigliere de La Rosa Bianca è tra quelli che ha votato in maniera favorevole in Consiglio Comunale perché, “anche se non è la miglior soluzione che vorrei, è la migliore attualmente possibile. Ed è per questo che considero l’approvazione di questo documento solo un’altra tappa di una battaglia che deve continuare per obiettivi più ampi e importanti. Mi auguro che anche gli altri consiglieri di opposizione la pensino così, senza appiattirsi su questo risultato, ma continuando anche sull’onda delle azioni che si sono iniziate ad intraprendere nei mesi scorsi per far si che questa battaglia non sia solo una guerra demagogica, ma un insieme di tappe per raggiungere il miglior risultato per i nostri cittadini”.

L’atto dovrà ora essere vagliato dai vertici aziendali della Asl e dal Comitato Ristretto dei Sindaci, che decideranno se tenerne conto o meno nella redazione del Piano operativo regionale, in fase di elaborazione.

Intanto, a livello locale, la battaglia in difesa dell’ospedale non accenna a fermarsi. Con il sindaco del vicino Comune di Pineto, Luciano Monticelli, che qualche giorno fa ha presentato un nuovo ricorso al Tar. E a questo punto viene da chiedersi: cosa farà il primo cittadino atriano nel caso in cui la Asl teramana dovesse bocciare la sua proposta?

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