Teramo, la Asl rischia di perdere un bene da 2milioni e mezzo di euro: la denuncia del Pd

asl_teramoTeramo. La sanità regionale, è noto a tutti, vive un momento di particolare difficoltà economica: il deficit sanitario pesa come un macigno sulle spalle degli abruzzesi. Ma ci sarebbe un modo per contenere il debito: l’alienazione degli immobili.

Proprio a questo proposito, a Teramo, si è verificato un caso che merita di essere approfondito. La segnalazione è arrivata da un cittadino agli esponenti locali del Partito Democratico e riguarda un terreno di 10.410 metri quadri localizzato in via IV Novembre, nei pressi della sede universitaria di viale Crucioli.

Oltre un ettaro di terreno composto da più lotti e di proprietà della Asl di Teramo, dove in passato era localizzata una vecchia vaccheria adibita, negli anni, ad abitazione per gli ex dipendenti dell’Azienda Sanitaria. Secondo la testimonianza del cittadino teramano, questi terreni potrebbero essere stati uso capiti dagli ex dipendenti e “di fatto” spiega il capogruppo del Pd al Comune, Giovanni Cavallari “c’è un procedimento in corso. La prima sentenza avrebbe dato ragione ai dipendenti”.

pd_asl“Già nel 2008” spiega ancora Cavallari “questi lotti di terreno, del valore totale di 2milioni e mezzo di euro, furono inclusi tra i beni immobili non utilizzabili a destinazione sanitaria. La Asl aveva, quindi, chiesto la possibilità di vendita, accordata dalla Regione Abruzzo”.

La questione appare alquanto complessa, visto che tra l’altro l’uso capione non è applicabile ai beni di proprietà pubblica. “Si tratta di un terreno strategico” aggiunge Cavallari “localizzato al centro di Teramo, già oggetto di interesse da parte di un privato. E’ una situazione assurda, soprattutto alla luce dei problemi che oggi vive la sanità”.

Sulla vicenda vuol fare chiarezza anche il consigliere regionale Giuseppe Di Luca, che chiederà l’acquisizione degli atti. “Questo è un bene che rientra tra quelli vendibili per l’abbattimento del debito sanitario. Vogliamo, a questo punto, capire se ci sono responsabilità e negligenze e da parte di chi. Porteremo avanti la nostra battaglia affinché i beni rimangano alla Asl, che già sta riducendo di tutto e di più (il riferimento è ai tagli al 118, ndr). Vogliamo chiarire i tanti dubbi al momento presenti e, in caso di negligenze, chiederemo conto perché un patrimonio di due milioni e mezzo di euro non può scappare di mano”.

 

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