Martinsicuro, Abruzzo Pesca lancia l’allarme: l’attività delle lampare rischia di finire

Martinsicuro. Un decennio fa le imbarcazioni del settore erano 30. Ora la flotta si è ulteriormente assottigliata a 8 motopescherecci con scenari al momento tutt’altro che rosei per il futuro dell’attività, almeno in questo spicchio di Adriatico.

 

E’ una crisi senza precedenti quella che investe la pesca a circuizione dei piccoli pelagici (la cosiddetta cattura del pesce azzurro con la lampare). A lanciare una sorta di ultimatum alla Regione è Vincenzino Crescenzi, presidente dell’OP Abruzzo Pesca di Martinsicuro. Vecchi e nuovi problemi investono il settore con difficoltà concrete per gli addetti. “Una specificità quella della pesca a circuizione molto localistica”, spiega Crescenzi, “ che rischia però di scomparire in Adriatico. O meglio: sarà praticata solo dalle imbarcazioni croate, che a differenza di noi, con il supporto delle istituzioni riescono ad organizzare le proprie attività in funzione delle proprie peculiarità”.

 

La lettera all’assessore Dino Pepe. Nella nota scritta all’assessorato regionale vengono evidenziate alcune criticità, come l’elevata presenza di tonni in Adriatico, con l’azzeramento da parte delle norme delle quote per le lampare. Pesce che le imbarcazioni a circuizione non può essere pescato, ma che di riflesso rappresenta un grosso ostacolo per la cattura di alici e sarde. La presenza di banchi di tonni, infatti, fa disperdere il poco pesce azzurro presente e la stessa specie danneggia le reti.

 

Le possibili soluzioni. Nella lettera inviata all’assessore Pepe, l’OP Abruzzo Pesca chiede un intervento diretto da parte delle Regione, suggerendo alcune precise azioni. Mettere a disposizione le imbarcazioni per intraprendere studi e monitoraggi su quello che realmente accade, un aiuto per mancato guadagno alle 8 imbarcazioni ancora presenti nel comparto e l’inserimento della problematica del pesce azzurro come punto all’ordine del giorno nella prossima consulta regionale della pesca.

 

L’aspetto del quale le autorità devono prendere coscienza”, sottolinea ancora Crescenzi, “è che la soluzione del problema può essere trovata attraverso l’attuazione di piani locali di gestione garantendo reddito alle imprese e contestualmente alla salvaguardia della risorsa ittica e dell’ambiente marino. Vogliamo che siano adottati provvedimenti immediati, sotto l’aspetto tecnico, individuando professionisti e adeguati mezzi scientifici di ricerca. Dall’altro canto, lo stanziamento di fondi utili per impattare le gravi perdite subite negli ultimi anni. Attualmente lo scenario è fortemente squilibrato: con le tonnare e la pesca di grande pezzatura che gravano di fatti su quella dei piccoli pelagici, con il rischio di pesare ancora di più su una risorsa assai limitata”.

 

 

 

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