Tortoreto, Consiglio Comunale vota risoluzione urgente per la liberazione di Denis Cavatassi

denis_cavatassi_liberoTortoreto. Dopo il Comune di San Benedetto del Tronto, che il 31 marzo scorso ha approvato una mozione con la quale si sollecitavano le istituzioni italiane e gli organi nazionali ed internazionali che si occupano di diritti civili, anche l’amministrazione comunale di Tortoreto si unisce alla mobilitazione per la liberazione di Denis Cavatassi dal 19 marzo detenuto nelle carceri di Pucket, in Thailandia, accusato di essere il mandante dell’omicidio del socio in affari Luciano Butti.

Su proposta congiunta dei capigruppo di maggioranza e opposizione, Antonio Di Giovanni e Rolando Papiri, il consiglio comunale di Tortoreto ha infatti votato ieri sera all’unanimità la risoluzione urgente con la quale si chiede l’immediato interessamento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del ministro degli Esteri Franco Frattini, dell’ambasciatore italiano in Thailandia, Laos e Cambogia Michelangelo Pipan e del console onorario a Phuket Francesco Cavaliere “affinché venga fatta piena luce sulla vicenda relativa all’omicidio del nostro connazionale Luciano Butti e sulla palesemente ingiusta detenzione del nostro concittadino Denis Cavatassi. Nel rispetto pieno e doveroso di ogni esigenza di giustizia, solidarietà e rispetto dei diritti umani”.

E’ lo stesso Denis a chiedere giustizia per l’amico e socio, oltre che per se stesso. La sorella di Denis Cavatassi, Romina, funzionario Fao, fa sapere, tramite una lettera letta in consiglio comunale dal consigliere Papiri, che con Denis non si può comunicare più di 5 minuti e a giorni alterni. Il destino di Denis passa ora per un avvocato indicato dall’ambasciata italiana e la famiglia Cavatassi sta facendo la staffetta per portare il proprio sostegno.

“La famiglia non può essere lasciata sola” commenta Papiri. Grande solidarietà è stata espressa anche da Di Giovanni e dal sindaco Monti, che ha definito Denis “uomo di grande qualità umana e personale. Siamo a disposizione della sua famiglia”.

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