Teramo, festeggiamenti Unità d’Italia. Confesercenti attacca chiusura attività commerciali

cartello_chiusoTeramo. Una scelta definita alla “Ponzio Pilato”. È la decisione della Regione Abruzzo, secondo la Confesercenti Teramo, riguardante tutti i comuni del territorio di competenza di lasciare la decisione ai sindaci sull’apertura o chiusura delle attività commerciali il 17 marzo.

“La cosa” tuona il presidente Antonio Topitti “ci pare alquanto discutibile in quanto provoca disparità tra gli operatori in rapporto al loro comune di residenza”.

Non solo. Analizzando la situazione in rapporto alle deroghe della provincia di Teramo, Topitti ritiene la disparità sarebbe ancor di più accentuata tra il comune capoluogo e i comuni della costa. “Infatti” spiega meglio il presidente “il sindaco Brucchi, al pari degli altri capoluoghi regionali e di concerto con i rappresentanti diretti del governo, ha deciso giustamente la chiusura di tutte le attività commerciali nel rispetto delle iniziative pubbliche organizzate per i festeggiamenti. La direttiva ha procurato disparità di trattamento, oltre che tra le piccole attività del territorio regionale e provinciale, anche tra quelle di grande distribuzione visto che comuni come Colonnella, Martinsicuro, Città Sant’Angelo, Alba Adriatica, Tortoreto, Giulianova, Pineto e Silvi, hanno deliberato per l’apertura o per la libertà di scelta lasciata agli operatori. Di conseguenza il 150° anniversario dell’Unità d’Italia dagli operatori del settore distributivo abruzzese sarà festeggiato o rispettando l’assoluto riposo o lavorando e facendo cassa”.

Insomma, una decisione che, a detta di Confesercenti, avrebbe creato soltanto confusione e disparità tra le amministrazioni locali, gli operatori, i lavoratori e non ultimi i consumatori. “Riteniamo” conclude Topitti “che sarebbe stato meglio essere più autorevoli ed emanare direttive di chiusura nel totale rispetto della festività nazionale, vista la sua eccezionalità”.

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