Frana a Notaresco: resta alta l’allerta. Continua il monitoraggio della Protezione Civile

frana_notarescoNotaresco. E’ ancora alta l’allerta a Notaresco, dove da ieri una parete collinare minaccia la zona sottostante, in località Sant’Andrea Caporipe, poco distante dal centro di Notaresco. Sin alla mattinata di ieri, e per tutta la notte, l’intera area è monitorata dai tecnici del Genio e della Protezione Civile e dai Vigili del Fuoco, mentre il sindaco Valter Catarra ha subito emesso un’ordinanza di sgombero per le due famiglie che vivono nei pressi del laghetto del Moro.

Oggi si sono verificati i primi smottamenti e, come spiega Catarra, “con l’idrovora stiamo cercando di abbassare il livello di acqua nel lago, ma l’allarme è alto. Un’intera parete di fango rischia di riversarsi sulla strada e da qui nel lago con danni gravissimi, tenuto conto che tutto intorno vi sono delle abitazioni”. Resta comunque aperta la provinciale 553, come assicura l’assessore Diego Di Boanventura. “La zona è stata presidiata tutta la notte e oggi si è deciso di svuotare il laghetto di un paio di metri”. E per la giornata di domani, la Protezione Civile di Alba Adriatica “Lorenzo Cinì” lancia un appello: si cercano con la massima urgenza 4 volontari per la mattina e 4 per il pomeriggio. Per informazioni, è possibile contattare la sede.

Da questa mattina, inoltre, gli operatori della Provincia stanno posizionando dei massi lungo gli argini del  Tronto per frenare possibili tracimamenti del fiume la cui portata è di molto aumentata nelle ultime ore.
In Giunta, intanto, sono stati approvati due provvedimenti. Con il primo, come spiega l’assessore alla Viabilità Elicio Romandini, “si formalizza la richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza (stessa cosa si farà nel Consiglio provinciale ad hoc il prossimo lunedì ndr). Con la seconda, invece, si destina una parte del 1milione di euro della manutenzione ordinaria per gli interventi di somma urgenza e  si chiede alla Regione di farsi parte attiva presso il Ministero delle Infrastrutture affinché i residui dei ribassi di gara del secondo lotto della Pedemontana possano essere impiegati per riparare i danni sulla strada a scorrimento veloce che collega Teramo alla Val Vibrata, oggi inagibile”.
Le somme derivanti dai ribassi di gara sulla Pedemontana, di norma, tornerebbero nella disponibilità del Ministero: “solo una precisa autorizzazione in tal senso li può dirottare sul territorio per essere utilizzati per interventi di risanamento dei danni da alluvione” precisa l’assessore.
Intanto, l’ufficio provinciale della Protezione Civile sarà a disposizione dei Comuni per ogni chiarimento circa le modalità amministrative per la richiesta di risarcimento dei danni. Lo annuncia l’assessore alla Protezione Civile Vincenzo Falasca, che già da lunedì provvederà ad organizzare l’ufficio in questo senso. “Le nostre forze e le nostre competenze sono davvero limitate ma cercheremo in ogni modo di stare a fianco dei Comuni e di supportarli sul piano amministrativo – afferma l’assessore, che in questa circostanza ricorda che la “Provincia non ha mai avuto un Piano per le emergenze e solo a dicembre di quest’anno si è dato il via, con un apposito provvedimento deliberativo della Giunta, all’iter per la redazione del Piano in realtà obbligatorio da anni. Nel frattempo, anche senza avere risorse specifiche, abbiamo istituito l’ufficio di Protezione civile e, nelle linee guide del nuovo Piano territoriale, fra le priorità assolute, abbiamo inserito la limitazione del consumo di suolo. Non una vuota affermazione di principio: da questo presupposto discenderanno tutta una serie di limiti e di vincoli che sono indispensabili, come i fatti delle ultime ore stanno drammaticamente testimoniando,  per prevenire disastri ambientali che questo Paese non può più permettersi. Su questi aspetti c’è bisogno di un’assunzione di responsabilità da parte di tutti visto che poco più di due mesi fa abbiamo organizzato quattro seminari informativi per la prevenzione del rischio dalle calamità naturali ai quali hanno aderito in ben pochi”.

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