Teramo, niente soldi a Natale per i dipendenti della Provincia

Provincia-di-Teramo-logoTeramo. Nonostante le rassicurazioni della Provincia di Teramo sull’esistenza di risorse a destinate ai dipendenti, la busta paga natalizia, tredicesima a parte, probabilmente non vedrà le quote relative al residuo di produttività relativo all’anno 2009. Almeno stando a quanto trapelato dalla riunione sindacale di lunedì, nella quale pare che l’ente abbia annunciato che le risorse dell’anno 2009 non saranno liquidate finchè non si ricostruiranno i fondi degli anni precedenti. Questo per poter ripianare eventuali buchi nei bilanci a seguito dei rilievi fatti dall’ispettore ministeriale.

Tra l’altro, stando sempre alle indiscrezioni, il nucleo di valutazione non avrebbe potuto effettuare alcune verifiche, in quanto la documentazione necessaria non sarebbe mai stata consegnata ai professionisti incaricati dall’Ente.
Una situazione che, ovviamente, crea un clima di forte delusione tra i dipendenti della Provincia, che avevano colto, nelle rassicurazioni del presidente Catarra, il segnale di una veloce liquidazione delle spettanze congelate nel 2009 ed uno sblocco di quelle relative al 2010.
Qualche piccolo passo avanti, in verità, sembra sia stato fatto con l’impegno dei sindacati a ratificare entrambi i fondi già nella giornata di ieri, senza attendere ulteriori convocazioni. Tuttavia, visto anche l’approssimarsi delle festività natalizie, per eventuali integrazioni stipendiali bisognerà attendere: se ne dovrebbe riparlare ad anno nuovo.
Nulla, invece, è trapelato sulla ventilata riorganizzazione dell’Ente: la Giunta Catarra sembra voglia ancora riflettere sul da farsi, anche se si è dotata di linee programmatiche delle quali, però, nulla è noto. Di fatto l’Ente è privo di quasi tutti i dirigenti tecnici e di diverse figure apicali, mentre diversi servizi, anche strategici, si reggono solo grazie all’esternalizzazione alla società Teramo Lavoro.
Il Natale porterà consiglio? E’ quello che si augurano le centinaia di dipendenti provinciali che, in una nota di qualche tempo fa, si definivano umiliati. Oggi, chissà, saranno anche delusi.

 

 

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