Teramo, Confartigianato accusa: “Solo sperperi per la Gran Sasso e il Centro fieristico del mobile”

Un fallimento dietro l’altro. La Confartigianato Teramo torna a chiedere le dimissioni di tutti i componenti della giunta camerale teramana, rei, a suo dire, di non essere stati capaci di gestire due importanti realtà territoriali come la Gran Sasso Teramano e il centro fieristico del mobile di Mosciano, con un grande sperpero di denaro pubblico.

Con la messa in liquidazione della società deputata alla gestione degli impianti sciistici dei Prati di Tivo, infatti, sarebbero andati in fumo tutti i finanziamenti utilizzati per rilanciare il turismo montano. “Le responsabilità”, si legge nella nota di Confartigianato, “sono da imputare a chi ha speso quei miliardi e a chi successivamente ha acceso uno scoperto di conto corrente per oltre 10 milioni senza assicurazioni alcune sull’erogazione di fondi Fas promessi ma mai arrivati o se sono arrivati sono arrivati troppo tardi, in quanto questo scoperto di conto corrente bancario è costato un mare di interessi e quindi uno sperpero di danaro pubblico. Purtroppo errori su errori, senza avere i soldi hanno realizzato una cabinovia superdimensionata per la realtà del luogo”.

Oltre a questo, inoltre, il dito viene puntato anche sul centro fieristico del mobile di Mosciano, anch’esso messo in liquidazione, la cui gestione sarebbe stata affidata in comodato d’uso gratuito all’Università di Teramo. “Una struttura”, si legge ancora nella nota, “che non ha prodotto entrate ma che è vissuta per tanti anni solo con finanziamenti della Camera di commercio di Teramo e del Comune di Mosciano. Non è possibile che una struttura moderna, strategicamente ubicata all’uscita di Mosciano venga messa in liquidazione quando guarda caso tutte le altre strutture private fanno affari”.

Il rammarico per l’associazione di artigiani è di aver perso una grande opportunità, soprattutto per il territorio di Pietracamela, in attesa del collegamento autostradale con la Teramo-Roma, una strada che cominciata 60 anni fa e poi abbandonata e con una viabilità disastrata.

Come si pensa ad un possibile rilancio della nostra montagna” conclude la nota, “ se per arrivarci ci sono strade pericolosissime e realizzate da oltre cento anni e purtroppo oggi non sono percorribili per mancanza di interventi migliorativi e manutenzione specialmente in presenza di neve? Cosa è stato fatto per i Prati di Tivo? A nostro avviso niente e stiamo assistendo passivamente alla morte di un paese come Pietracamela e di una località sciistica come i Prati di Tivo sotto il Gran Sasso che potenziandolo potrebbe interrompere il flusso di turisti sull’A14 che oggi preferiscono, percorrendo diverse centinaia di chilometri in più, per andare nelle località alpine attratti dall’organizzazione e dai tantissimi chilometri di piste sempre tenute con professionalità al massimo dell’efficienza”.

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