Processo Samira, Carl voleva togliermi le bambine: il drammatico racconto

Un’ammissione chiara in aula: “Le ho uccise, gli ho fatto male”. E’ un passaggio del racconto di Samira Lupidi, la giovane madre originaria di Martinsicuro, che lo scorso 17 novembre ha ucciso a Bradford, in Inghilterra, le sue due piccole figlie.

 

 

 

 

Affiancata da un interprete, la giovane donna ha raccontato alcuni passaggi di quella tragica giornata.

Una vera e propria ammissione davanti ai giudici. In aula la 25enne che in passato ha vissuto in Martinsicuro ha raccontato di essere terrorizzata dai continui litigi con il il compagno, Carl Weaver, e dal timore che potesse portarle vie le due figlie. Timore che aveva preso forma dopo aver ascoltato delle conversazioni tra il convivente e il fratello. Samira temeva di essere lasciata, ma soprattutto di perdere le due figlie.

Il giorno prima del duplice omicidio, Samira si era rivolta alla polizia inglese lamentando ferite ad un braccio e ad una gamba. Aveva pura che il compagno potesse ucciderla. Così gli agenti l’hanno affidata ad una casa famiglia dove, il giorno dopo, avrebbe dovuto incontrare proprio Carl insieme alle figlie. La mattina seguente, però, Samira uscì dalla stanza con le mani insanguinate. “Ho dovuto farlo, se non le posso avere io, non le avrà neanche lui”.

Le bambine furono colpite al petto con nove coltellate ciascuna e la corsa in ospedale fu inutile. In aula sono stati anche ascoltati alcuni responsabili della casa famiglia, i primi a vedere Samira dopo il duplice omicidio: “Era al telefono con la madre e non faceva altro che ripetere quanto amasse le figlie”.

Un racconto struggente, ma Samira, accusata di omicidio volontario, non ha retto ed ha chiesto di uscire. Il processo è poi andato avanti ed è stato aggiornato alle ore 10 di domani.

 

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