Teramo, la Protezione Civile Gran Sasso tende la mano alla Cives

“Nessuna volontà polemica ma solo la ricostruzione fedele dei fatti che hanno portato, non per nostra volontà, alla creazione di un grande polverone”. E’ il presidente dell’associazione di volontariato di Protezione civile “Gran Sasso d’Italia sezione di Teramo”, Pasquale Di Ferdinando, che, carte alla mano, cerca di mettere fine alla querelle con l’altra associazione di Protezione Civile, la Cives di Teramo, a seguito della protesta causata da una delibera comunale che assegna alla Gran Sasso alcuni locali del Parco della Scienza.

“Non volendo raccogliere alcuna forma di sterile polemica”, ha detto Di Ferdinando, “vogliamo spiegare il motivo dell’assegnazione dei locali comunali alla nostra associazione. In realtà abbiamo solo saputo che un’altra associazione di Protezione Civile, con sede a Canzano, aveva abbandonato l’impegno preso con il Comune di Teramo con una stessa convenzione che prevedeva la gestione manutentiva esterna della struttura del Parco della Scienza. Pertanto, abbiamo semplicemente proposto una convenzione identica a quella a cui avevano posto fine i volontari della sede di Canzano”.

Nessuna prevaricazione, dunque, sebbene sulla questione l’associazione “Teramo Vivi Città”, con la collaborazione del consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Fabio Berardini, ha avuto a che ridire. Infatti, dopo essere riusciti questa mattina a prendere visione della documentazione, sono state individuate alcune “stranezze” in relazione alla velocità con cui l’associazione ha presentato la domanda (lo stesso giorno della rinuncia dell’associazione precedente) e alla legittimità dei lavori di potatura non avendo le necessarie qualifiche per effettuarla.

Ma dal canto suo, Di Ferdinando ribadisce che questo genere di convenzioni non è affatto una novità sul piano nazionale, sottolineando come alcuni membri della sua associazione, prima di essere costituita, abbiano avuto un tentativo di approccio con la Cives, trovando però una netta chiusura che ha portato poi alla creazione della realtà della Gran Sasso d’Italia.

“Il nostro intento”, spiega Di Ferdinando, “è quello di superare inutili e spesso dannosi campanilismi, rispettare le specificità territoriali e moltiplicare in modo esponenziale il potenziale di risorse umane e materiali a disposizione per l’intervento. Una struttura inclusiva quindi e non esclusivista. I titoli mediatici di questi giorni hanno parlato di liti, querelle tra associazioni di volontariato, ma per quanto ci riguarda non siamo in lite con alcuno”.

Oltre a riconoscere i meriti della Cives, inoltre, la Gran Sasso d’Italia ha rigettato con pacatezza ogni polemica “perché riteniamo che non facciano certo bene al volontariato e non ne esprimano lo spirito migliore” e auspica un rapido ritorno alla serenità, in attesa della fine dell’iter burocratico che dovrebbe consentire, entro la fine di maggio, di poter inaugurare la nuova sede.

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