Teramo, Lucio Di Timoteo nuovo direttore Ater

marco_pierangeliTeramo. Il nuovo direttore dell’Ater Teramo, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, è Lucio Di Timoteo. Architetto, già dirigente del settore Ambiente ed Edilizia privata al Comune di Teramo, Di Timoteo è stato scelto tra una rosa di 12 dirigenti di aziende pubbliche e private che hanno risposto al bando pubblicato nei mesi scorsi sul Bura.

Ad annunciarlo è stato questa mattina il commissario straordinario Ater Marco Pierangeli, che ha dato il benvenuto al nuovo direttore ed ha ringraziato l’uscente Giuseppe Scarlattei, ormai prossimo alla pensione. Di Timoteo resterà in carica per tre anni, fino al termine della consiliatura regionale, come previsto dalla normativa.

“Continueremo sulla stessa linea portata avanti con Scarlattei, ossia massima disponibilità nei confronti degli inquilini. Nei programmi, inoltre, c’è la ripresa degli accordi con le amministrazioni per la programmazione di nuovi insediamenti e piani di recupero delle aree già edificate, con conseguente riqualificazione dei quartieri”.

A questo proposito, Pierangeli annuncia che entro l’anno saranno conclusi i lavori dei 12 appartamenti a Pineto ed entro novembre sarà pubblicato il bando di assegnazione a canone concordato. “Si tratta di un progetto pilota” spiega “sul quale si baseranno, a livello di tecnologia impiantistica, tutti gli altri edifici”.

Entro il 2011, inoltre, saranno conclusi anche i lavori di realizzazione dei 32 appartamenti a Colleatterrato, mentre sono ancora in via di definizione i progetti relativi all’area di via Piave, a Teramo.

A proposito, poi, del Piano delle Farmacie del Comune, Pierangeli lancia una proposta: “La farmacia comunale potrebbe essere realizzata a Colleatterato. Qui, infatti, abbiamo edifici datati, lesionati dal terremoto, ma comunque agibili”. Si tratta di due palazzine, con 36 alloggi nel pieno centro del quartiere alle porte della città. “Intervenire su questi edifici costerebbe davvero tanto. La nostra idea è quella di inserirli in un piano di recupero con abbattimento e ricostruzione”.

In parole povere, si potrebbe costruire in una zona limitrofa per garantire comunque un tetto agli inquilini presenti (già esistente ed edificabile), abbattere gli edifici esistenti e riprogettare un nuovo intervento. “Oltre alle abitazioni” spiega Pierangeli “si possono prevedere spazi pubblici, come appunto la farmacia comunale, ma anche un asilo nido e un’area commerciale. Sulla carta il progetto ha un costo di circa 8 milioni di euro, ma parteciperemo al bando regionale, che prevede fondi pari a 2.5 milioni di euro”.

Marina Serra

 

 

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