Montorio, il Wwf ribadisce il proprio no all’autodromo: “Evitate questo scempio”

Non approvare la variante al Prg per consentire la realizzazione dell’autodromo. Dopo l’incontro sulle loro terre, avuto dagli abitanti di San Mauro con l’amministrazione, in vista del consiglio comunale di domani, anche il Wwf torna a chiedere all’amministrazione montoriese di ripensare alla volontà di far realizzare l’impianto nella frazione, fermando quello che è stato definito uno “scempio annunciato”.

Per l’associazione ambientalista, infatti, l’opera determinerebbe la distruzione di un’intera area collinare che verrebbe sbancata e livellata per fare posto ad una pista lunga circa 4 km e larga 10 metri. Una colata di cemento e asfalto che occuperebbe un’area oggi agricola.

“I consiglieri comunali di Montorio hanno la possibilità di svolgere quel ruolo di servizio per la collettività proprio degli amministratori, respingendo la cementificazione del loro territorio”, dichiara Claudio Calisti, presidente del Wwf Teramo, invitandoli a rendere concreti i criteri alla base del “consumo di suolo zero”, evitando la cementificazione di un’area erroneamente considerata “improduttiva”.

E, ricordando come l’impermeabilizzazione del suolo contribuisca ad aumentare il dissesto idrogeologico, Calisti aggiunge, “è veramente assurdo che con tante aree industriali e artigianali ormai compromesse e in abbandono si vada a costruire un autodromo in un’area verde, distruggendo campi coltivati e uliveti”.

Secondo il Wwf, inoltre, l’autodromo dovrebbe sorgere in un’area agricola non sufficientemente servita da infrastrutture adeguate, per cui sarà necessario investire fondi pubblici per adeguare la viabilità esistente, in un momento in cui non si hanno fondi neanche per la manutenzione ordinaria.

“Oltretutto”, conclude Calisti, “l’opera se è palesemente insostenibile dal punto di vista ambientale, lo appare anche da quello economico. In tutta Italia si registrano situazioni di crisi degli autodromi e motodromi esistenti, anche in regioni che hanno tradizioni e storie legate ai motori molto più consolidate della nostra. Per quale motivo, quello che è in crisi nel resto d’Italia, dovrebbe funzionare nelle colline di Montorio al Vomano?”.

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