Sant’Atto, i lavoratori della Maccaferri protestano nella sede di Confindustria VIDEO

Vogliono sapere perché all’improvviso, dopo una importante riconversione appena terminata, alla vigilia dell’avvio a pieno regime della nuova produzione, la proprietà abbia deciso da un giorno all’altro di chiudere l’impianto di Castilenti. Vogliono sapere perché all’improvviso, dopo una importante riconversione appena terminata, alla vigilia dell’avvio a pieno regime della nuova produzione, la proprietà abbia deciso da un giorno all’altro di chiudere l’impianto di Castilenti (https://abruzzo.cityrumors.it/notizie-teramo/cronaca-teramo/172214-castilenti-officine-maccaferri-azienda-comunica-la-chiusura-operai-proclamano-lo-sciopero.html).

Non ci stanno i 42 lavoratori della Maccaferri a veder sparire di punto in bianco il loro posto di lavoro e chiedono spiegazioni ai vertici della multinazionale, impegnati oggi in un incontro nella sede dell’Unione Industriali di Teramo. E hanno voluto essere presenti a Sant’Atto, qualcuno anche con un bimbo piccolo a seguito, per capire cosa sta succedendo visto che da parte della società non c’era stato alcun segnale che potesse far sospettare un epilogo simile.

“Da parte della proprietà”, spiega Antonio Liberatori dell Fim Cisl Teramo che, insieme a Giampiero Dozzi della Fiom Cgil e Marco Boccanera ha partecipato ad un primo tavolo di confronto stamattina con Luciano De Remigis, vice direttore di Confindustria Teramo e Paola Musuraca, responsabile delle risorse umane delle Officine Maccaferri, accompagnata anche da Simome Romano, dirigente delle risorse umane del Gruppo Maccaferri, “non c’era stato mai alcun sentore che le cose stessero andando non bene. Basti pensare che gli ultimi investimenti fatti risalgono a prima dell’estate e lo scorso lunedì si parlava del budget sulla sicurezza per il 2016”.

L’azienda aveva subito lo scorso anno un’importante riconversione, lasciando a casa 12 lavoratori, era passata dalla produzione dei gabbioni per gli argini dei fiumi a un nuovo prodotto geosintetico per il drenaggio dell’acqua che si usa nella parte sottostante dei campi di calcio e delle autostrade.

Ciò che i dipendenti vogliono sapere, dunque, è se ci sono i margini per una possibile trattativa, visto che la proprietà ha fatto sapere di voler chiudere lo stabilimento per trasferire la produzione nel paesi dell’Est europeo.

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