Roseto, il Comune dice no ai profughi e chiede aiuto alla Regione

Roseto. “L’Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi e le forze politiche che la sostengono, in merito alla vicenda riguardante il Residence Felicioni che ha partecipato ad un bando indetto dalla Prefettura di Teramo, atto a verificare la disponibilità di strutture per ospitare cittadini stranieri immigrati, esprime una chiara ed inequivocabile posizione di contrarietà. L’ospitalità negli alberghi fa parte del sistema dei cosiddetti ‘Cas’, centri di accoglienza straordinaria: in situazioni di carenza di posti, infatti, i Prefetti possono rivolgersi a strutture non propriamente dedicate a questo scopo per chiedere disponibilità ad ospitare migranti”.

Lo ha dichiarato il sindaco Enio Pavone dopo le polemiche dei giorni scorsi, ricordando che “l’unico requisito essenziale richiesto alle strutture in convenzione è quello della disponibilità dei posti, con il rischio di improntare il servizio di ricezione solo al profitto. Ma un profugo non è un turista, necessita di avvocati, mediatori, assistenza, che non possono essere garantiti da residence o da hotel che li ospitano, perché si tratta di strutture nate per il turismo e non per fare assistenza sociale. Inoltre la nostra città ha già dato il proprio contributo. Ci sono infatti otto famiglie di immigrati con il progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che vengono ospitati in appartamenti e seguite da personale qualificato. A questo bisogna aggiungere i circa 1.500 immigrati, tra comunitari ed extracomunitari, già residenti a Roseto degli Abruzzi, tra cui alcuni minori ospitati nella casa accoglienza comunale. Desideriamo ospitare un numero di persone misurato al nostro Comune e garantire loro le attenzioni necessarie per evitare potenziali spiacevoli conseguenze. Siamo venuti a conoscenza dell’arrivo di altri migranti presso il Residence Felicioni da una telefonata ricevuta il giorno prima dalla Prefettura di Teramo: siamo rimasti “stupiti” da questo comportamento e non abbiamo condiviso che tutto ciò sia stato fatto senza alcun precedente coinvolgimento del Comune e della cittadinanza.  Riteniamo infatti che portare decine di profughi in una struttura turistico-ricettiva a Roseto degli Abruzzi sia stata una scelta completamente sbagliata. L’accoglienza dei migranti è infatti una materia seria e complessa: di conseguenza, le strutture destinate a questa funzione, devono essere adeguate. E per farlo devono essere individuate in aree idonee. Inoltre è necessario che all’interno di tali progetti e processi decisionali siano coinvolti i Comuni al fine di tutelare le comunità e i migranti e per avere servizi e percorsi di inserimento adatti. Non raccordarsi con le amministrazioni locali porta inevitabilmente a tensioni sociali e problemi che potrebbero essere evitati”.

Il sindaco rosetano chiede “alla Regione Abruzzo e, in particolare, all’Assessore regionale Donato Di Matteo, da sempre sensibile verso il tema dell’emigrazione, di aprire immediatamente un tavolo con le Prefetture e le amministrazioni locali per la gestione degli arrivi dei migranti attraverso piccoli insediamenti individuati in accordo con i Sindaci, come già avviene in altre parti d’Italia. Inoltre, quella che potrebbe apparire come una soluzione provvisoria, rischia di protrarsi nel tempo per mesi e mesi, come già accaduto in altre città. Ciò anche a causa della lentezza della burocrazia negli organismi deputati a definire lo status di richiedente asilo politico o di rifugiato. La politica nazionale ed europea deve trovare delle soluzioni strutturali che limitino l’incidenza di simili “pasticciate soluzioni emergenziali e straordinarie” che rischiano di danneggiare l’economia turistica di località balneari come Roseto degli Abruzzi. Queste iniziative rischiano infatti di “uccidere il turismo”. Non si aiutano così gli operatori economici, sempre più spremuti dalle tasse e dalla burocrazia, e quelli che accettano questo tipo di soluzioni ospitando i migranti nella speranza di guadagnare di più, compreso chi è in crisi e spera così di risollevarsi, ma in realtà alla fine ‘affonda l’intero comparto turistico’. Il razzismo non c’entra, perché chi è disperato merita aiuto, ma Roseto degli Abruzzi in questo senso ha già dato. Una città che vive di turismo non è la destinazione giusta per altri migranti, la cui presenza influirà negativamente sull’industria delle vacanze e rischia di incidere significativamente anche sulla vita dei residenti nei mesi invernali. Un duro colpo dopo un’estate in cui si sono avuti buoni segnali di ripresa. Siamo fermamente contrari a questa iniziativa anche perché basata solo su un mero calcolo speculativo, quello che è stato definito il “business dell’accoglienza”, senza preoccuparsi minimamente delle negative conseguenze economiche e sociali in un Comune come il nostro”.

Pavone lancia un appello ai titolari del Residence Felicioni: “nell’interesse dell’intera città, di recedere dalla decisione presa. A tal proposito le forze politiche che sostengono l’Amministrazione Comunale avvieranno una raccolta di firme da consegnare personalmente al Prefetto affinché a Roseto degli Abruzzi non venga autorizzato l’uso di nessuna struttura privata o pubblica, tantomeno strutture ricettive turistiche, per altri immigrati. Proprio nel momento in cui, sulla scia di una stagione positiva, stiamo dando il via a nuove politiche turistiche e commerciali che permetteranno di raggiungere ambiziosi traguardi nel settore trainante per l’economia rosetana, si rischia di vanificare l’immagine della città attraverso scelte calate dall’alto e finalizzate solo al profitto di qualche albergatore che non ha neanche la scusante di venire da una stagione di crisi. Noi non siamo d’accordo ad ospitare altri immigrati nella nostra città e tantomeno in strutture alberghiere che devono essere destinate solo al turismo. Riteniamo di interpretare anche la volontà, non solo degli operatori turistici, ma della stragrande maggioranza dei cittadini rosetani. Roseto degli Abruzzi ha già tanti immigrati e non ha le forze e gli strumenti per garantire un riparo ad altri rifugiati con il rischio di avere persone che per vivere debbano ricorrere ad espedienti, spaccio di droga e criminalità mettendo a serio rischio l’ordine pubblico, senza dimenticare altri importanti aspetti negativi legati ai conflitti etnici e religiosi, alla sanità, al terrorismo islamico e altro. Infine riteniamo che un’ultima considerazione sia doverosa: non è possibile, anche perché oltre che ingiusto potrebbe essere perfino incostituzionale, immaginare di continuare a riservare agli immigrati un trattamento superiore rispetto a quello garantito a tanti cittadini in crisi. E’ giunto il momento in Italia di pensare di più agli italiani, soprattutto a quelli più in difficoltà, da troppo tempo messi da parte e dimenticati per tutelare con più facilità e buonismo immigrati ed extracomunitari. Prima pensiamo a loro e poi potremo pensare agli immigrati. Nessuno ci può insegnare come fare integrazione ed accoglienza, ne siamo maestri, sempre disponibili ad aiutare e soccorrere, ma c’è un limite a tutto. Non possiamo rischiare che qualcuno, con queste iniziative, affossi il nostro turismo, vero e proprio settore trainante dell’economia di Roseto. Ora la priorità e la precedenza va ai tanti italiani, non solo giovani, in cerca di lavoro, ai pensionati che non arrivano alla fine del mese, alle famiglie che si trovano in difficoltà. Sono queste le priorità a cui vogliamo dedicarci con l’impegno e la serietà che ci hanno sempre contraddistinto in questi anni di governo della città”, conclude il sindaco.

L’ex candidato della sinistra rosetana, Marco Borgatti, aveva lanciato un appello ad amministratori e cittadini sul tema dei migranti in arrivo a Roseto. Per Borgatti, infatti, non si tratta di “emergenza” e chiede di sfatare “fasi miti ed assurde paure”. 

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