Te.Am, ecco la verità sul socio privato

raccolta-porta-a-portaTeramo. Tre società, due partite Iva, due oggetti sociali, e una proprietà che dal Lussemburgo sbarca oggi nel Triveneto. Chi è il partner privato di Team, la società pubblico-privata che a Teramo si occupa di tutto, dalla raccolta dei rifiuti sino ai servizi museali e cimiteriali? Enerambiente, si legge sul sito web della società. Dal 1995 ad oggi, però, da quando cioè fu indetto quello che rimane l’unico bando di gara ad evidenza pubblica, molte cose sono cambiate. A rimanere sempre sullo sfondo è invece l’imprenditore di riferimento della parte privata: Stefano Gavioli, al centro di un rutilare di società. Classe 1956, nativo di Treviso, Gavioli è oggi a capo di un multiforme impero tutt’altro che piccolo. Attraverso la sua azienda madre, la Gavioli Spa, controlla direttamente o indirettamente partecipazioni in imprese che spaziano dall’immobiliare, alla coltivazione di cereali, alle case d’aste, sino ai rifiuti. Un settore, quest’ultimo, che da un po’ di anni a questa parte è diventato sempre più strategico all’interno della galassia societaria dell’imprenditore trevigiano.

A partire dalla Slia Spa e attraverso un nugolo di società, Gavioli nel corso degli ultimi quindici anni si è piazzato in prima fila nella gestione dei sacchetti maleodoranti di mezza Italia, sempre affiancato dai suoi uomini, in primis Paolo Bellamio, commercialista che oggi figura anche come amministratore unico del Napoli Calcio, e l’onnipresente Giovanni Faggiano, avvocato brindisino e attuale amministratore delegato di Team. Gavioli pare avere una predilezione per i rifiuti del sud Italia, dove è presente con posizioni di forza in regioni sensibili come la Campania e la Calabria. Tramite Enerambiente, nella prima regione è partner della Asia Spa, la società di proprietà del comune di Napoli che gestisce gran parte dello smaltimento nel capoluogo partenopeo. Sulla punta dello stivale, invece, Gavioli controlla la discarica di Alli, per la quale nei prossimi anni si prevede un ritorno per la sua società per più di 40 milioni di euro, oltre ad avere le autorizzazioni per la costruzione di un nuovo invaso da 800 mila metri cubi in provincia di Crotone. E a Teramo?

Per capire ciò che è accaduto all’interno della Team dobbiamo tornare al 1995, quando la Slia Spa fu scelta come partner privato attraverso un bando pubblico. Quella che si presenta a Teramo è la Slia con sede a Roma, nata nel lontano 1951, e che nell’Abruzzo dei rifiuti è venuta a possedere anche la Sia di Giulianova e l’Alto Sangro Ambiente. L’oggetto sociale è variegato, e spazia dalle attività finanziarie, a quelle immobiliari, sino alle operazioni nel campo dei rifiuti. Nel 2003, esattamente il 16 ottobre, l’azienda si sposta dalla capitale alla Camera di Commercio di Venezia. Stessa partita Iva, stesso nome, stesso oggetto sociale. Anche la proprietà rimane la stessa, vale a dire Ecomanagement Spa e Stefano Gavioli. Gli affari non devono andare troppo bene, se nel 2006 la società decide di azzerare il proprio capitale sociale a causa di perdite per poco più di 14 milioni di euro.

Nel corso della prima metà del 2007 la società decide di scindersi, per dare vita a Slia Technologies Srl ed Enerambiente Spa. Entrambe passeranno da Teramo. Nel frattempo la Slia da Spa diventa Srl, e nell’aprile del 2008 i soci decidono di metterla in liquidazione, tutt’ora in corso. La società decide poi nel febbraio 2009 di trasferirsi nuovamente a Roma, “al solo fine – si legge nel bilancio di fine 2008 – di agevolare la gestione dei debiti/crediti con l’Agenzia delle Entrate”. Nel tempo infatti la Slia aveva accumulato un debito nei confronti del fisco di circa 30 milioni di euro, a fronte di crediti nei confronti di alcuni comuni per un pari importo.
A Teramo intanto la Slia srl decide di cedere le sue quote in Team a Slia Tech Srl attraverso un atto tra vivi, registrato nel libro dei soci il 20 giugno del 2008. Nessun bando pubblico. Sindaco di Teramo era Gianni Chiodi, attuale governatore dell’Abruzzo, e presidente di Team Lanfranco Venturoni, oggi assessore regionale alla Sanità. Diversa partita Iva, diverso oggetto sociale (stavolta tutto centrato sulla gestione dei rifiuti), ma stessa proprietà della Slia “madre”, almeno sino al settembre del 2009. All’inizio dell’autunno scorso Ecomanagement e Gavioli decidono di vendere le loro rispettive quote di Slia Tech ad Enerambiente, diversa partita Iva e stesso oggetto sociale, che dunque si ritrova proprietario della “sorella”, la quale viene definitivamente inglobata il 22 dicembre, giorno nel quale Slia Tech viene cancellata dal registro delle imprese. Anche qui, nessun bando pubblico.

Nel frattempo movimenti si registrano anche nelle altre imprese. Enerambiente figura di proprietà di Stefano Gavioli ed Ecomanagement Spa. Una società, quest’ultima, dai contorni non ben definiti. In base alla visura camerale, essa risulta iscritta alla Camera di Commercio di Venezia il 24 luglio del 2009, ma le sue radici societarie affondano almeno agli anni ’90. Andando ad analizzare i registri di quella che oggi è la Sir srl, ad esempio, si vede che Ecomanagement Spa figura come proprietaria di questa già dal 1995, con il suo titolare che risiede in Lussemburgo, rue de Genets 24. Stesso indirizzo della Ecomanagement Sa, società anonima di diritto lussemburghese, sempre dell’orbita Gavioli, che invece risulta come socio unico. Sia come sia, la Ecomanagement Spa viene cancellata il 22 dicembre dello scorso anno, perchè fusa all’interno della Gavioli Spa, che dunque al momento dovrebbe essere la proprietaria di Enerambiente. Salendo un po’ più su, al 30 settembre dell’anno scorso troviamo che la Gavioli Spa è posseduta al 49 per cento dallo stesso Stefano Gavioli, e dal 51 per cento dalla Banca Antonveneta, cui Gavioli ha dato in pegno la proprietà delle sue quote.

Alessandro Consalvi

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