Bullismo in provincia di Teramo

bullismoTeramo. Un’indagine svolta dalla polizia di Teramo per combattere il fenomeno del bullismo attraverso la conoscenza e l’attenzione. È lo studio presentato questo pomeriggio nella Sala Polifunzionale della Provincia di Teramo in occasione del 158° anniversario della fondazione della polizia di Stato. Dopo i tre casi riscontrati a Giulianova, la Questura ha, infatti, ritenuto opportuno studiare più attentamente quello che, purtroppo, si configura come un fenomeno in forte crescita.

Sono stati, pertanto, somministrati una serie di questionari agli alunni del comprensorio teramano delle scuole primarie e secondarie. Ad ognuno di essi è stato chiesto di rispondere ad alcune domande inerenti presunte prepotenze subite dai compagni. Ben 3.904 le risposte ricevute ed analizzate per avere un quadro più dettagliato della situazione a livello locale. “Non certo brillante, ma sicuramente nella norma” è quello emerso dall’analisi di Parisio Di Giovanni, docente di psicologia presso l’Università degli Studi di Teramo, che si è occupato di studiare i dati pervenuti.

Sembra, infatti, che in provincia di Teramo il tasso di esclusione e di prepotenza non sia eccessivamente alto, seppure non manchino alcuni campanelli d’allarme. Su una totalità di 1.600 soggetti, infatti, sarebbero circa 80 le persone che avrebbero comunque dichiarato un alto grado di esclusione. “Siamo davanti” spiega in merito Parisio Di Giovanni “ad un fattore che desta attenzione, seppure nel complesso il fenomeno non sia ancora fortunatamente dilagante”.

Protagonisti di presunti fenomeni di bullismo soprattutto i piccoli teramani della scuola primaria. L’indagine lascia, infatti, trasparire una diminuzione del fenomeno man mano che si avanza con la classe frequentata. A confortare sul dato è, però, ancora Di Giovanni, che lo interpreta sostenendo che “con buone probabilità nelle scuole primarie si è più sinceri, in quanto la strategia in senso stretto ha inizio intorno agli 8 anni. Inoltre, può anche dipendere dal fatto che i piccoli solitamente intendono per prepotenza una cosa diversa dal concetto dei più grandi”.

Luogo preferito per la prepotenza su un compagno è soprattutto quello scolastico, con particolare attenzione ai corridoi e ai bagni. Differenze, invece, per quanto riguarda maschietti e femminucce. Sembra, infatti, che le seconde preferiscano l’esclusione alla prepotenza: tra il sesso femminile, dunque, il “debole” o la “vittima” è isolato dal gruppo, ma non aggredito fisicamente o verbalmente. Tutti sembrano appartenere a differenti livelli sociali, quasi non ci fosse, contrariamente a quanto diffuso nell’immaginario comune, una distinzione fra situazioni e condizioni. Ciononostante, in alcuni casi il bullismo si concentrerebbe comunque tra le classi più agiate. In ogni caso, invece, un ruolo preponderante sarebbe costituito dall’ambiente familiare.

La percentuale più preoccupante è senza ombra di dubbio quella riguardante il “cyber bullismo”, che si attesta al 34% sul fenomeno generale. Attraverso chat, sms ed internet bambini ed adolescenti infastidiscono, infatti, pesantemente i propri compagni.

Polizia e psichiatria invitano genitori ed insegnanti a tenere desta l’attenzione sulle fasce d’età comprese tra i 7 e gli 8 anni e i 14 e i 17 anni. Diversi, infatti, i fattori di tipo psicologico e fisico che faciliterebbero la comprensione del problema e, dunque, la possibilità di arginare in tempo un fenomeno che sempre più spesso spinge gli adolescenti fino al tentato suicidio. 

 

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