Regione Abruzzo, un referendum per dire no al Petrolio

Pescara. Per riaffermare il modello di sviluppo sostenibile dell’Abruzzo, la Regione raccoglie l’invito del coordinamento nazionale “No triv” e “A Sud onlus” e lancia la proposta di indire un referendum abrogativo dell’art. 35 (comma 1, D.L. 22 giugno 2012, n. 83 (“Decreto Sviluppo” convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012, n. 134), che di fatto rischia di trasformare l’Abruzzo in un distretto minerario per gli idrocarburi.

A farsi promotore dell’iniziativa, l’assessore all’Ambiente, Mario Mazzocca: “Di concerto con il presidente della Regione Puglia Emiliano, favorevole alla nostra iniziativa, il prossimo 24 luglio all’Episcopio di Termoli incontreremo i rappresentanti delle altre regioni adriatiche per confrontarci, approfondire e promuovere congiuntamente, nel più breve tempo possibile, le azioni da intraprendere sul tema e discutere l’iter amministrativo necessario a deliberare, in almeno 5 regioni, l’indizione del referendum abrogativo delle disposizioni previste dallo Sblocca Italia per quanto concerne le concessioni dei titoli minerari. In questo modo coinvolgiamo direttamente tutti i cittadini abruzzesi su una questione che riguarda il futuro del territorio”.

Mazzocca ricorda che “sono tanti i provvedimenti messi in atto dalla Giunta regionale contro la petrolizzazione, l’ultimo dei quali è il ricorso davanti ai giudici della Corte costituzionale e del Tar del Lazio per contestare la legittimità del Decreto ministeriale, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 maggio scorso, con il quale si dà attuazione all’art.38 dello Sblocca Italia, prevedendo l’applicabilità delle disposizioni ivi contenute anche ai titoli minerari vigenti e ai procedimenti in corso. Il recente incontro del presidente della Giunta regionale, Luciano, D’Alfonso con le associazioni ambientaliste lo scorso 27 giugno, così come le tante e partecipate manifestazioni anti triv di questi anni, come quella del 23 maggio a Lanciano, ci confermano che direzione da noi intrapresa è quella giusta. La tutela ambientale è la grande risorsa del nostro territorio e, in quanto tale, non può essere cassata da prepotenze legislative”.

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