Estorsione: arrestati tre commercianti di Tortoreto e Alba Adriatica

farinaroControguerra. Vantava un credito nei confronti di un industriale e per questo motivo avrebbe chiesto a due conoscenti, padre e figlio, di riscuotere 700 euro come saldo per una precedente fornitura di olio per motori. Al momento di incassare il credito, però, i due esattori avrebbero anche rapinato l’industriale (un 45enne di Ascoli che lavora a Controguerra), strappandogli altre 300 euro dopo averlo colpito alle gambe con un bastone.

 

Devono rispondere di concorso in estorsione le tre persone arrestate questa mattina, dai carabinieri della stazione di Corropoli, in esecuzione di altrettanti ordini di custodia cautelare in carcere emessi dal gip del tribunale di Teramo (Guendalina Buccella). In carcere sono finiti: Fiorenzo Del Ferro di 59anni e il figlio Guido di 20 (residenti ad Alba Adriatica e gestori di un locale notturno) e Umberto Nepa, 71 anni, commerciante di Tortoreto (titolare di una stazione di servizio sulla A14). Per Fiorenzo e Guido Del Ferro pende anche l’accusa di concorso in rapina. L’intera indagine è stata effettuata dai carabinieri della stazione di Corropoli, diretti dal maresciallo Francesco Farinaro (nella foto), coordinati dal capitano Pompeo Quagliozzi, mentre titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore Roberta D’Avolio. La vicenda per la quale i tre sono stati arrestati, si sarebbe verificata nel mese di dicembre, quando padre e figlio sono andati a far visita all’imprenditore marchigiano, per riscuotere un credito che l’uomo vantava nei confronti del commerciante di Tortoreto. Nella circostanza, però, oltre a minacciare l’industriale affinché onorasse il debito, i due lo avrebbero picchiato con un bastone per rapinarlo di altre 300 euro. L’imprenditore ha raccontato tutto ai carabinieri di Ascoli Piceno, che hanno trasmesso la pratica ai colleghi di Corropoli. I militari hanno poi rimesso un rapporto alla magistratura che ha ritenuto necessario procedere con la notifica dei tre provvedimenti di custodia cautelare. I carabinieri, inoltre, nelle abitazioni delle tre persone finite in carcere,  hanno anche sequestrato assegni, cambiali ed altri titoli di credito, sull’origine dei quali la magistratura dovrà far luce.

 

 

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