Tortoreto, licenziato perchè balla vestito da donna

 

lady_limoncellaTortoreto. Di giorno commesso in una profumeria, di notte, vestito da donna, ballerino nelle discoteche della riviera, conosciuto da tutti come Lady Limoncella. La doppia vita di Giuseppe, 27anni, commesso residente in provincia di Teramo, non sembra essere andata giù ai datori di lavoro (titolari di una catena di negozi che commercializzano prodotti per la case e per l’igiene personale), che hanno deciso di licenziare il giovane con una motivazione alquanto originale.

Nella lettera di licenziamento, infatti, l’azienda rimprovera al giovane di essersi esibito come drag queen (termine inglese usato per definire attori e cantanti, non necessariamente gay, che si esibiscono in pubblico vestiti da donna), in alcune discoteche della zona. La vicenda, che al momento è costata il posto di lavoro a Giuseppe, titolare di in contratto a tempo indeterminato in un negozio a Tortoreto, finirà davanti al giudice del lavoro visto che il legale del giovane, Sigmar Frattarelli, parla senza mezzi termini di un “licenziamento frutto di una discriminazione di natura sessuale, visto che una semplice esibizione canora in discoteca, in abiti femminili, viene giudicata come disdicevole da un punto di vista morale e professionale”. Oltre al contenzioso, però, l’episodio offre lo spunto per una riflessione molto più circostanziata. Il giovane commesso, infatti, spesso si diletta nel cantare e ballare, vestito da donna (come drag queen per l’appunto) in alcune discoteche del litorale, e una di queste esibizioni, filmata e poi fatta circolare su youtube, è stata vista dai responsabili dell’azienda. Al rientro al lavoro, dopo alcuni giorni di malattia, poco prima di Natale, il 27enne è stato convocato da uno dei responsabili della catena commerciale, che avrebbe contestato al dipendente un provvedimento disciplinare originato da due elementi: non aver gradito le sue esibizioni notturne, vestito da donna, e che le stesse performance le avrebbe fatte durante il periodo nel quale non era al lavoro per malattia. Il giovane, con modi spiccioli, è stato “costretto” a firmare una lettera di dimissioni dal lavoro, ma poi superata la fase di ansia prodotta dalle critiche moralizzatrici dei suoi datori di lavoro, ha deciso di tornare al suo impiego, ma prima gli è stato ordinato di tornarsene a casa e poi gli è stata recapitata una lettera di licenziamento. “Il licenziamento”, spiega l’avvocato Frattarelli, “va ricondotto proprio orientamento sessuale del lavoratore e alla contestazione del fatto di essersi esibito come drag queen. Il giovane lavorava come commesso da più di due anni nell’azienda, senza mai aver avuto problemi o richiami. Solo quando i responsabili hanno saputo delle esibizioni si sono aggrappati a una contestazione disciplinare assurda”.   

 

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