Martinsicuro, il Tar dice no allo chalet Anffas

spiaggia_martinsicuroMartinsicuro. Il Tar cancella lo stabilimento balneare dell’Anffas. Nella lunga ed estenuante querelle tra il Comune di Martinsicuro e l’associazione Anffas, in procinto di realizzare una struttura balneare dedicata ai portatori di handicap, si materializza un evento nuovo, per certi versi inaspettato, che di fatto rischia di azzerare tutta la procedura.

 

Nelle scorse settimane, infatti, i giudici del Tar dell’Aquila hanno, parzialmente, accolto il ricorso di un’associazione di Martinsicuro (Piccola cooperativa Golden Star), che aveva chiesto, in fasi successive, l’annullamento di una serie di atti licenziati dal Comune truentino in materia di demanio marittimo. Nel ricorso, infatti, i legali della cooperativa hanno impugnato tre provvedimenti: il diniego, per il ricorrente, di poter beneficiare di una concessione demaniale per le proprie attività; la variante al piano spiaggia di Martinsicuro (approvata in via definita nel maggio del 2008) e il bando con il quale, lo stesso ente, ha riservato un tratto di arenile per l’associazione Anffas, per l’edificazione di uno stabilimento balneare. Ebbene, i primi due elementi frutto del ricorso sono stati rigettati, mentre i giudici del tribunale amministrativo hanno accolto, e di riflesso in parte annullato, il bando con il quale la porzione di arenile (in prossimità di via dei Pini) è stata assegnata all’Anffas. La motivazione contenuto nel dispositivo del Tar non lascia spazio a molte interpretazioni. “Se da un lato è necessario” si legge nel dispositivo, “ l’espletamento di una gara pubblica per l’assegnazione di beni pubblici a rilevanza economica, per converso, non è ammissibile che il bando preveda un regime di favore nei confronti di associazione pur munita di sue proprie peculiarità organizzative o finalistiche, in violazione del principio di concorrenza cui tutto il sistema dei contratti pubblici deve essere informato”. Tesi che prevede, nello specifico l’annullamento della parte del bando che prevede forme di “tutela” per l’associazione che poi ha ottenuto la concessione. A questo punto si pone un problema di non poco conto, visto che l’associazione Anffas era oramai in procinto di ritirare la concessione edilizia e realizzare lo chalet (per il quale ha ottenuto degli specifici finanziamenti ministeriali). Il Comune, in linea teorica, dovrebbe congelare tutta la procedura e riproporre un nuovo bando, oppure ricorrere al Consiglio di Stato, con aggravio di tempo per la risoluzione del contenzioso.



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