Teramo, stato di agitazione del personale della Provincia

Una serie di azioni di lotta e iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza sul rischio di chiusura di servizi essenziali. I sindacati dei dipendenti della Provincia di Teramo hanno proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale che rischia di non vedersi accreditato lo stipendio e le altre voci salariali, compresi gli straordinari, già da questo mese.

L’allarme arriva dalla Rsu della Provincia di Teramo che ricorda come, da aprile, ci sarà la riduzione
del 50% la spesa per gli organici in considerazione di quel personale e di quelle funzioni che, solo sulla carta non ci sono più, ma che di fatto peseranno allo stesso modo sui bilanci degli enti che verranno decurtati in tre anni di ulteriori 3 miliardi di euro.
E visto che la ricollocazione in altri enti non prevede risorse finanziarie specifiche e i sindaci hanno già detto di non poter assorbire altro personale senza la copertura dei costi relativi, il futuro dei dipendenti si fa sempre più incerto.

“I dipendenti pubblici” si legge in una nota, “anche se con piccoli stipendi da 1.200 euro di media, alimentano una buona fetta dell’economia in un territorio che ha già gravi problemi di riduzione dei consumi. Teramo, la città e la provincia, possono permetterselo? E’ questo di cui ha bisogno una città che si sta già desertificando? Tutto questo servirà a migliorare la Pubblica amministrazione e i suoi servizi?”.

Inoltre i sindacati criticano la stessa Regione Abruzzo per il netto ritardo sulla pianificazione e organizzazione dei servizi loro delegati dalla legge di riforma delle province, creando di fatto ulteriori incertezze sui servizi da riallocare.
“In questo quadro negativo” dicono i sindacati, “l’intero sistema dei servizi offerti dalle Province è destinato a collassare con la conseguenza di non poter garantire servizi essenziali ai cittadini”.

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