Pronto soccorso Pescara: “Privatizzazione non bloccata”

Pescara. “Dalle poche e confusionarie risposte della Giunta regionale alla mia interpellanza emerge che non esiste alcuna chiara indicazione politica a bloccare definitivamente la procedura di privatizzazione dei codici bianchi e verdi del Pronto Soccorso di Pescara. Intanto, il problema della carenza di medici rimane drammatica, in assenza di una strategia precisa su come intervenire”.

A riferirlo è il consigliere regionale Sara Marcozzi a seguito della risposta scritta dell’assessore Verì al tema posto in Consiglio regionale.
“La Asl – prosegue Marcozzi – nel mese di agosto ha deciso di procedere all’affidamento della gestione dei codici bianchi e verdi del Pronto Soccorso di Pescara per tre mesi per un importo di circa 213mila euro. Una scelta discutibile che non fa presagire, per i modi e i tempi, alcun beneficio. La risposta della Giunta conferma tutti i dubbi che avevo segnalato al deposito dell’interpellanza, oltre due mesi fa. E se a mezzo stampa era emersa la volontà della Giunta di bloccare la delibera di privatizzazione, in Consiglio regionale – dove alle parole devono seguire i fatti – non si registra questa volontà politica”.
“Più che proporre soluzioni alla mancanza di personale nel Pronto Soccorso e ai bandi andati deserti, nella risposta della Giunta alla mia interpellanza si è spaziato tra mille giustificazioni: scarsità di professionisti,  programmazione nazionale non adeguata, numero di iscritti alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, accesso alle specializzazioni, fino ad arrivare a puntare il dito contro i giovani Medici che avrebbero – si legge – ‘maggiore resistenza ad accedere a incarichi lavorativi sempre più gravosi e complicati da risvolti di natura medico-legale che vanno ad incidere, in modo rilevante, anche sulla qualità della vita degli stessi operatori sanitari’. È colpa di chi deve ancora arrivare, insomma! Un modo squalificante di buttare la palla in tribuna e non proporre soluzioni”.

“Ho già detto in altre occasioni e continuo a ripeterlo: per trovare personale servono incentivi. Chi guida il sistema sanitario nazionale e regionale deve pagare di più medici e personale e prevedere premialità per chi lavora in reparti più complicati per qualità e numero di prestazioni richieste dagli utenti. Continuare ad andare a tentoni non porterà mai benefici a lungo termine. Vanno risolti i problemi dei cittadini, intervenendo con una forte visione a lungo termine sulle maggiori criticità della sanità territoriale”, conclude Marcozzi.

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