Bussi, parte la bonifica ma è scontro politico

Bussi sul Tirino. Parte la bonifica della discarica dei veleni di Bussi, e non si placano le polemiche politiche.

Il Pd, nell’esprimere tutto il suo “compiacimento per la partenza della Bonifica in località I Tre Monti di Bussi, progetto giustamente a carico di Edison che per il principio del ‘chi inquina paga’ lo eseguirà, auspica che siano seguiti con attenzione tutti i passaggi relativi alla tecnica sperimentale del cosiddetto desorbimento termico, per verificarne la validità ai fini di una bonifica dell’area, con un controllo continuo da parte di Arta”: è quanto si legge a conclusione di un lungo comunicato a firma dei Consiglieri regionali PD Antonio Blasioli e Silvio Paolucci.

La nota prosegue spiegando che “per la bonifica delle aree ex 2A e 2B chiede che anche qui, per lo stesso principio del ‘chi inquina paga’, si verifichi la possibilità che proceda Edison, che è stata riconosciuta in via definitiva soggetto inquinatore, invitando il Presidente Marsilio a verificare con il MITE questa possibilità prima che inizi la valutazione ex art. 26 comma 6 del D.Lgs. 50/2016 del progetto definitivo, in ragione del fatto che il progetto definitivo DEC DEME lascia fuori le aree degli stabilimenti Iprite e fosgene, potrebbe avere valutazione negativa e dilatare oltre misura la bonifica, e comunque sarebbe costoso per gli abruzzesi che potrebbero essere chiamati ad anticipare più fondi di quelli a disposizione, salvo poi richiederli a bonifica terminata alla Edison”.

Replica, però, il capogruppo di FdI, in Consiglio regionale, Guerino Testa: “Continua l’attività di lobby che il Pd esercita fingendo di tutelare gli interessi di Bussi ma che di fatto impedisce le operazioni di bonifica. E’ ora di finirla. Proprio oggi che arriva la buona notizia circa la prosecuzione della causa civile contro il soggetto inquinatore Edison – dopo anni di battaglie e sollecitazioni – Blasioli e Paolucci inscenano un’altra delle loro farse. I rappresenti del partito democratico hanno finora permesso che si perpetrasse un danno enorme a scapito di quel territorio e dell’intera regione, senza muovere un dito con il proprio partito di riferimento e con quelli alleati”.

“Torno a ribadire”, prosegue Testa, “come siano ben due gli anni di mancata apertura del cantiere per colpa dell’ ex Ministro Costa e dell’allora sottosegretario Morassut che hanno difeso gli interessi di Edison anziché quelli dei cittadini di vedere bonificata l’area inquinata. Gli esponenti regionali del Pd insistono con l’illazione secondo la quale regaleremmo denaro ai privati, quando è chiaro che la responsabilità è totalmente di Edison e che la stessa risarcirà fino all’ultimo centesimo la somma impegnata. Ricordiamo ai colleghi Consiglieri – che fanno finta di non ricordare – di come si sia stati costretti a procedere ad un appalto pubblico, solo perché Edison si è sempre sottratta nell’assumersi le proprie responsabilità”.

“Solo grazie all’interrogazione di Fratelli d’Italia, presentata nei giorni scorsi dal deputato Alessio Butti, sono stati reinseriti in bilancio in 47 milioni di euro destinati alle operazioni di bonifica. Per quanto riguarda, invece, la Commissione speciale – costituita ad hoc sul caso di Bussi – non ha avuto esito esclusivamente a causa del loro atteggiamento arrogante”, aggiunge il meloniano, “ricordo come gli stessi abbiano scelto di redigere un documento, frutto delle sole interpretazioni delle minoranze , di presentarlo direttamente al pubblico attraverso una conferenza stampa e di pretendere che venisse approvato, nonostante la bizzarra modalità – dal Consiglio regionale, senza che la maggioranza di governo lo condividesse. Hanno, quindi, seppellito con le loro mani la commissione d’inchiesta. Ora, si può anche discutere se riaprirla o meno per concludere degnamente il lavoro svolto, attraverso un giudizio finale, ma si scordassero di usarla per rappresentare le loro false verità e le loro versioni dei fatti, al solo scopo di tentare di difendere le loro gravi responsabilità omissive e i danni che hanno prodotto”, conclude Testa.

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