Montesilvano, Di Mattia ‘tradito’ da tasse e fedelissimi

Montesilvano. All’indomani delle dimissioni dei 13 consiglieri, che hanno comportato la caduta dell’amministrazione comunale, l’elite politica abruzzese fa a gara per elencare i motivi che hanno fatto saltare il banco di Attilio Di Mattia. Intervengono anche Razzi e Pagano: “Tradito dal fedelissimo Petricca”

Sono in tanti ad annoverare la tanto contestata tassa di soggiorno come goccia che ha fatto traboccare il vaso a Montesilvano e determinato la caduta del sindaco Attilio Di Mattia. Il giorno dopo le dimissioni dei 13 consiglieri (12 oppositori e il presidente del consiglio comunale), è pioggia di polemiche, marcate centrodestra, sul primo cittadino decaduto. Pioggia dall’alto, dall’elite abruzzese della politica: “Tredici consiglieri di opposizione ed uno di maggioranza hanno rassegnato le dimissioni per mettere il sindaco davanti ad un fatto compiuto. Ecco cosa succede quando l’approssimazione e l’arrembaggio caratterizzano le politiche sul territorio”, a tuonare è il senatore di Forza Italia Antonio Razzi, anche lui convinto che “l’infausta tassa di soggiorno che il sindaco avrebbe voluto incassare per il prossimo mercoledì, non avra’ i voti per vedersi approvare il provvedimento”. “Da tempo”, aggiungono il Presidente regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, e il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Lorenzo Sospiri, “il sindaco aveva messo in ginocchio la città, non solo con la sua perdurante assenza, ma proponendo provvedimenti amministrativi insensati e privi di logica, come l’approvazione di una tassa di soggiorno che avrebbe soltanto stroncato il principale comparto economico della città: il turismo”. E Sospiri, da sempre legato alla cittadina adriatica, era anche presente ieri nello studio notarile pescarese dove sono state firmate le 13 dimissioni.

Tasse a parte, è stato Fabio Petricca l’ago della bilancia. Ne è convinto Razzi: “Il sindaco di Montesilvano”, dice, “sarebbe stato silurato proprio dal suo fedelissimo, un vero segno di sfiducia che metterà le istituzioni della cittadina di Montesilvano in uno stato comatoso grave”. “E’ stata una decisione sofferta, perché sapevo di essere determinante”, confessa lo stesso presidente del consiglio comunale, “ma la mia coscienza ed il mio rispetto verso i cittadini l’hanno avuta vinta. Avevo creduto in Attilio Di Mattia e nel suo programma di governo, lo avevo sostenuto con convinzione, ma questi primi venti mesi di amministrazione hanno deluso me, ma soprattutto i miei concittadini”. ”Sono stati due anni difficili e pensanti per Montesilvano”, spiega Petricca, “a causa di troppi errori amministrativi, immobilismo e indifferenza verso i veri problemi della città”. “Meglio tornare al voto il prima possibile” aggiungono i dodici consiglieri di minoranza mentre il sindaco, Attilio Di Mattia, non ha ancora rilasciato dichiarazioni.

“Ovviamente – aggiungono Pagano e Sospiri – si tornerà al voto il prossimo 25 maggio e la coalizione di centrodestra è pronta a scendere in campo con una squadra forte e coesa, rappresentando così la vera alternativa per la città di Montesilvano”.

DI MATTIA: PAGO PER AVER DIFESO LA CITTA’

“Oggi pago un prezzo alto per aver tentato di difendere gli interessi dei montesilvanesi”. Così prova a difendersi il Di Mattia decaduto, snocciolando, all’indomani delle dimissioni di 13 consiglieri, i motivi che lo hanno portato a finire anticipatamente il mandato da sindaco: “Come?”, si chiede e si risponde, “Intanto con l’aver revocato una gara di appalto da 30 milioni di euro, già aggiudicata, tra l’altro, per evitare di salassare i miei concittadini con la tassa sui rifiuti. Conoscete un altro sindaco che abbia fatto lo stesso? Non credo. Poi con l’aver tentato di andare a rompere l’attuale sistema monopolistico di smaltimento dei rifiuti con il progetto di Arrow Bio che avrebbe creato concorrenza. Conoscete qualche altro sindaco che si è posto il problema della mancanza di concorrenza in tema di smaltimento rifiuti? Poi con l’aver chiuso le porte dell’urbanistica a speculazioni edilizie di cui questa città è stata vittima per anni. Ma non solo – prosegue Di Mattia – anche per aver attuato una politica di spending review senza guardare in faccia a nessuno con la volontà di arrivare a votare il bilancio ad aprile con la rivisitazione di tutte le vecchie convenzioni dell’urbanistica approvate negli ultimi dieci anni. Anche qui, senza guardare in faccia a nessuno. Io sono stato scansato da tutti i poteri forti che, invece, prima di me in questa città ci sguazzavano”.

Guarda amaramente anche al dopo-Di Mattia: “Il futuro che hanno in mente i cosiddetti cospiratori, che come carbonari si sono riuniti per sfiduciarmi, qual e’? Quello di ricominciare con gli appalti di prima? Quello di riportare gli interessi urbanistici di prima? Quello di gestire le spese e la macchina amministrativa come prima, lasciando un indebitamento che stiamo pagando e che continueranno a pagare anche i nostri figli? Quello di tornare a pensare agli interessi di pochi rispetto al bene di tutti, come prima?”  Quindi Di Mattia accusa: “Hanno fatto di tutto per impedire il cambiamento in atto. Personalmente non posso nascondere la profonda delusione per il tradimento della consigliera Comardi ed in particolare del presidente del Consiglio, Fabio Petricca. Un amico che mi ha accoltellato alle spalle e che il futuro sapra’ svelare le reali motivazioni. Lo stesso che alcuni della mia famiglia hanno votato e fatto votare oggi mi sfiducia. Basta questo per capire la delusione profonda per il personaggio che si è rivelato essere”. “Io sono sereno – conclude Di Mattia – perché so di aver seguito l’interesse della città, di aver amministrato con mille difficoltà e pochissimi soldi, di aver fatto scelte impopolari ma coraggiose. Per questo – annuncia infine l’omai ex sindaco – domani, terrò una conferenza stampa alle 11 nella sala del Consiglio per parlare alla citta’ ed ai cittadini”.

 

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