Sindaci Val Pescara contro la chiusura del cementificio di Scafa

scafa_cementificioPescara. I sindaci del bacino minerario pescarese sono contrari alla chiusura dello stabilimento di Scafa della Italcementi e chiedono che l’azienda riveda i propri piani. Inoltre sono pronti, per far valere le loro ragioni, ad allargare la discussione a livello nazionale.

Oggi se n’è discusso nel corso di un incontro che si è svolto a Scafa, in Comune, alla presenza dei sindaci di Scafa, San Valentino, Manoppello, Lettomanoppello, Abbateggio, Roccamorice e Tuttivalignani, con Antonio Di Marco in rappresentanza della Commissione provinciale per le Attività produttive e delle segreterie sindacali provinciali e delle Rsu. “L’Italcementi – ha spiegato il sindaco di Scafa Maurizio Giancola – dovrà rispettare gli accordi nazionali sottoscritti nel dicembre scorso, accettati dalle parti sociali, contrariamente ai quali oggi la cassa integrazione, che era intesa per ristrutturazione, è diventata per cessazione attività. Inoltre le concessioni minerarie all’azienda dovrebbero essere rinnovate con precise garanzie circa il mantenimento dello stabilimento a Scafa, un piano di investimenti e di ristrutturazione della Sama, che dovrà assicurare profitti. Tali richieste verranno avanzate dai Comuni del bacino minerario nell’incontro in programma per lunedì prossimo in Regione, convocato dal vice presidente Alfredo Castiglione con l’azienda, finalizzato a fare chiarezza sul futuro dell’Italcementi sul nostro territorio. E’ assurdo, infatti, in vista della scadenza delle concessioni minerarie, prevista per il prossimo anno, che non si pongano delle condizioni per garantire i livelli occupazionali, in particolare sulla Sama, azienda di proprietà pubblica – prosegue il sindaco – Un aspetto a dir poco drammatico, se si pensa che i cittadini stanno subendo passivamente la chiusura dell’azienda”. Il sindaco ha ricordato che ci sono delle preoccupazioni circa un possibile spostamento del cementificio da Scafa a Bussi, “suffragate da alcune rivendicazioni, apparse sugli organi di stampa, in merito alla volontà di accelerare il processo di bonifica del sito di Bussi e la realizzazione del nuovo opificio”.

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