Pescara, Tari: aumenti entro il 5% medio: sconti per chi fa beneficenza

Pescara. Nessun salasso, Tari inferiore al 2014, lieve aumento per sostenere servizi e innovazione: sono le rassicurazioni fatte stamani dall’assessore comunale al Decoro Urbano Paola Marchegiani, illustrando ai capigruppo consiliari la delibera inerente le tariffe Tari per il 2018, posta all’ordine del giorno del Consiglio in corso sulla sessione di Bilancio.

“Un aumento c’è, ma non supera il 5 per cento medio”, ammette l’assesore, “contenuto tanto da non incidere oltre l’adeguamento Istat, ma che punta al miglioramento del servizio. Nel 2014 il valore assoluto della Tari era pari a 25.088.800,56 in un quadriennio siamo passati ai 23.967.825,46 euro di oggi, aumenti compresi, restando notevolmente al di sotto dalla situazione di quattro anni fa”.

“Gli aumenti scaturiscono proprio da una politica di investimenti e azioni proiettata a ridurre i costi e a raggiungere i parametri a tutela dell’ambiente, in primis portare la differenziata al 65 per cento nel 2020”, prosegue la Marchegiani “L’efficientamento realizzato con la governance di Attiva ci ha consentito di passare da 25 milioni ai 23,9 di oggi, con una progressione positiva per la città e con l’estensione territoriale della raccolta differenziata che nel mese di novembre ha raggiunto il 38,5 per cento e alla fine del prossimo anno andrà almeno al 48%. Per migliorare e continuare a portare avanti questo trend bisogna agire sull’intera catena, ha funzionato con Attiva all’interno, ora vogliamo farlo sull’intero ciclo e per questa ragione abbiamo sbloccato i fondi e l’iter di costruzione di una seconda ricicleria che partirà nel 2018, consentendoci di accorciare le distanze da quel 65% per cento di differenziata a cui puntiamo”.

PIGNOLI

Approvata dal consiglio comunale la delibera proposta dalla Lista Teodoro per le riduzioni tariffarie della Tari a favore delle utenze non domestiche, a fronte della cessione di eccedenze alimentari (con particolare riferimento alle attività che producono o distribuiscono beni alimentari) a titolo gratuito, direttamente o tramite associazioni come il Banco Alimentare o la Caritas, beni alimentari idonei al consumo umano in favore delle persone bisognose ottenendo in cambio una riduzione della tariffa per la tassa sui rifiuti.

La riduzione tariffaria riguarda esclusivamente le utenze con superfici superiori ai 250 metri quadrati ed è quantificata in 20 centesimo ogni chilo di beni alimentari di cui sia stata documentata la cessione gratuita. L’importo massimo della riduzione non può superare i 200 euro.

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