Pescara, dragaggio: la Camera di commercio chiede un tavolo tecnico

 Porto_fondalebassoPescara. Dopo le dimissioni di Guerino Testa da commissario straordinario per il dragaggio, il porto è lasciato in balia della deriva burocratica. Prima del tracollo definitivo, è il presidente della Ccia Becci ad incalzare il sindaco affinchè la politica faccia fronte comune per salvare un “porto rimasto solo sulla carta”.

E’ il presidente della La Camera di Commercio di Pescara, Daniele Becci, a chiedere al sindaco Luigi Albore Mascia di convocare immediatamente un tavolo con tutte le forze di maggioranza, di opposizione e le associazioni di categoria, per trovare una soluzione definitiva alla vicenda del porto di Pescara. “Lo scalo marittimo di Pescara”, ha detto stamattina Becci, “ormai è un porto solo sulla carta, di fatto non esiste più. Allo stato attuale il suo futuro appare molto difficile”. L’appello del presidente dell’ente camerale pescarese è quello per iniziare una nuova fase, dopo due anni di fallimenti burocratici, milioni di euro spesi inutilmente, e di perdite economiche disastrose: “Lasciamo perdere le polemiche”, ha proseguito Becci, “ci sono gli organi deputati a fare le verifiche su quello che è accaduto, guardiamo avanti. Azzeriamo tutto e facciamo squadra, altrimenti non ne veniamo fuori. Il sindaco convochi al più presto un tavolo per ripartire con un progetto totale del porto. Oggi non hanno più senso gli interventi parcellizzati. Occorre un progetto chiaro e definitivo che prenda di petto la questione dello scalo marittimo, a cominciare dalla vasca di colmata. L’unico modo per venirne fuori e’ il dragaggio completo di tutto il porto”.

Con la stagione balneare già partita e i turisti alle porte, una pausa forzata per qualsiasi operazione si voglia andare ad attuare sul porto, Becci coglie la palla al balzo: “Bisogna trovare una soluzione definitiva allo scalo marittimo pescarese, anche se questo ci fara’ perdere qualche altro mese. I finanziamenti li andremo a trovare, ma dobbiamo fare squadra e spingere tutti in quella direzione”. La nomina di un nuovo commissario, invece, “è l’ultimo dei problemi”, ha detto Becci, indicando che il sostituto di Testa debba essere “una figura competente, non di Pescara. Deve venire qui in maniera obiettiva risolvere il problema”. La richiesta di Carmine Salce, dirigente della Cna, è invece quella per la dichiarazione dello stato di emergenza per il porto, affinché gli operatori possano ricevere sostegni e risarcimenti per le perdite da mancato esercizio.

Mascia: territorio penalizzato da mancanza ministro. “La verità è che se oggi Pescara avesse un sottosegretario o un ministro a rappresentare il territorio avremmo già risolto ogni controversia”, la rivelazione è del sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, che commenta così al margine della riunione odierna del Comitato per l’Ordine pubblico e la Sicurezza in merito alla vicenda del porto canale e del dragaggio del fiume. Alla richiesta di un tavolo tecnico, il sindaco risponde a Becci: “quel tavolo si è già svolto, circa un mese fa, su iniziativa dello stesso Presidente Testa, alla presenza di tutti i parlamentari e consiglieri regionali abruzzesi, senza produrre, purtroppo, alcun risultato concreto. La verità è che il problema non è locale”, rimarca, “ma occorre agire direttamente a Roma per restituire a Pescara un porto, e in tal senso non comprendo l’utilità del sederci, di nuovo, attorno a un tavolo per poi richiedere Consigli comunali straordinari che nulla possono produrre. Quello che le Istituzioni oggi possono e devono fare è andare direttamente a Roma per far sentire la nostra voce e avere attenzione”. Ed è per questo che Mascia ha chiesto immediatamente al prefetto di Pescara Vincenzo D’Antuono di convocare con la massima urgenza il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi per investirlo ufficialmente della problematica del nostro porto e del mancato dragaggio. “Se avessimo a Roma, a rappresentarci, un ministro o un sottosegretario, certamente avremmo già trovato la chiave di volta, ma non abbiamo né un ministro né un sottosegretario”, ripete il primo cittadino, “però abbiamo un Presidente della Regione che è autorevole, che sa farsi ascoltare dal Governo tecnico ed è l’unico che oggi può e deve fare da anello di congiunzione tra le esigenze locali e i poteri nazionali, ovviamente assicurando la piena collaborazione dell’amministrazione comunale e anche del Presidente della Provincia”, conclude.

“Più di una volta” ha aggiunto il primo cittadino, insieme al presidente della Provincia, Guerino Testa “Chiodi si è interessato delle vicende del porto pescarese, nonostante il porto sia di competenza dello Stato, e nelle scorse settimane ha anche partecipato ad un incontro pubblico promosso in Provincia con parlamentari, consiglieri regionali e rappresentanti di altri enti, insieme agli operatori. Oggi, però, è necessario individuare altre risorse per salvare il porto dall’insabbiamento: la Regione si è impegnata a reperire risorse straordinarie ma a condizione che il Governo si faccia carico di questo problema investendo una quota che deve essere maggioritaria senza perdere altro tempo prezioso. Chiodi si è mostrato come sempre sensibile ma da Roma deve necessariamente arrivare una risposta all’appello lanciato da Pescara”.

Chiodi: fondi regionali per salvare il porto. E dopo averle annunciate, Mascia e Testa hanno ribadito le richieste a Chiodi nel corso di un incontro tenutosi sempre nella giornata di oggi: “Più di una volta”, spiegano Testa e Mascia, “Chiodi si è interessato delle vicende del porto pescarese, nonostante il porto sia di competenza dello Stato, e nelle scorse settimane ha anche partecipato ad un incontro pubblico promosso in Provincia con parlamentari, consiglieri regionali e rappresentanti di altri enti, insieme agli operatori. Oggi, però, è necessario individuare altre risorse per salvare il porto dall’insabbiamento: la Regione si è impegnata a reperire risorse straordinarie ma a condizione che il Governo si faccia carico di questo problema investendo una quota che deve essere maggioritaria senza perdere altro tempo prezioso. Chiodi si è mostrato come sempre sensibile ma da Roma deve necessariamente arrivare una risposta all’appello lanciato da Pescara”, concludono il presidente della Provincia e il sindaco.

 

Daniele Galli


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