Pescara Città Europea dello Sport: scatta l’esposto alla Procura. Fli: ‘fuori le fatture’

fli_pignoli_dipaoloPescara. La Città Europea dello Sport è costata alle casse pubbliche circa 110 mila euro, e altri 350mila euro costituirebbero uno speciale capitolo di spesa incluso nel Piano triennale delle opere pubbliche del Comune di Pescara, ma nessuno è riuscito a vedere conti e fatture emesse dal comitato promotore. Fli dice basta e chiama in causa la Procura, con un esposto presentato oggi dal capogruppo consiliare Massimiliano Pignoli.

Pescara è la Città Europea dello Sport 2012; ma a che costo? 110mila euro, a quanto pare: questo quanto si sa, così come si sa che per lo stesso titolo il comitato promotore di Firenze ne avrebbe spesi meno di 2mila. Soldi pubblici sborsati per la programmazione degli eventi, di cui si occuperanno ditte private assunte per consulenza; quali aziende e quanto sarà il loro compenso non è dato saperlo: “Ho chiesto le carte al sindaco Albore Mascia a metà dicembre 2012, ma nessun documento mi è stato presentato”, afferma il capogruppo Fli al consiglio comunale pescarese Massimiliano Pignoli, “è vero che il comitato promotore di cui il sindaco è il presidente e rappresentante legale è un ente privato, ma a finanziarlo totalmente c’è la partecipazione pubblica di Comune e Provincia, per cui come consigliere comunale le norme mi permettono di ricevere copia di tutti i documenti comunali riguardo alla Città Europea dello Sport, inclusi nomi, contratti e fatture delle ditte private coinvolte”. La polemica sul caso si era già alzata prima di Capodanno, quando il consigliere Idv Adelchi Sulpizio, anche lui scontentato dal sindaco dopo la richiesta degli atti, presentò regolare diffida nei confronti di Mascia: “Per questo”, ha spiegato oggi in conferenza stampa con Pignoli il coordinatore cittadino Fli Fabio Di Paolo, “Pignoli ha presentato un esposto alla Procura di Pescara affinché sia quella la sede per esaminare il contenuti degli atti in mano al Comitato e rilevare eventuali profili punibili penalmente”.

“Dopo la diffida di Sulpizio Mascia aveva 30 giorni di tempo per presentare le carte”, aggiunge Pignoli, “quei tempi sono abbondantemente scaduti; oggi ho replicato anche io quella diffida, oltre all’esposto alla Procura: ora Fli si riserva ogni iniziativa politica e giudiziaria, comprese le dimostrazioni forti e i ricorsi al Tar, per far presentare quei documenti. Troppo comodo usare lo schermo dell’ente privato che può liberamente assegnare incarichi diretti: quei soldi spesi sono soldi pubblici, si usi la più totale trasparenza”, insiste il capogruppo Fli. E oltre alle spese “superflue” in tempi di crisi, i finiani pescaresi mettono sotto i riflettori anche “quali strategie di spesa si usano al Comune di Pescara: nel Piano triennale delle opere pubbliche sono state inseriti altri 350mila euro per la Città Europea dello Sport: a questo punto il chiarimento è dovuto”, conclude Pignoli.

 

Ricotta: il Comune non controlla il Comitato. “I costi e le fatture delle spese sostenute per ‘Città Europea dello Sport 2012’ vanno chiesti non al Comune, ma al Comitato Città Europea dello Sport 2012 che è un Organismo autonomo, con un proprio Statuto, sul quale il Comune non esercita il controllo analogo previsto per le società partecipate. Nella prossima seduta del Comitato, del quale, oltre al Comune, fanno parte anche Provincia, Camera di Commercio e Coni, riproporremo la possibilità di dare le carte richieste dai consiglieri comunali d’opposizione, come già avevamo proposto in passato. Ma dovrà esserci il parere positivo unanime di tutti i componenti del Comitato, ferma restando intanto la democratica possibilità offerta a tutti di denunciare chiunque su basi fondate, per poi non rischiare autogol”. Questa la replica dell’assessore allo Sport Nicola Ricotta alle polemiche correlate all’esposto presentato da Fli. “In altre parole il Comune non può in maniera autonoma prendere le fatture e darle a un consigliere comunale”, sostiene l’assessore, “e non comprendiamo perché quei conti non siano mai stati chiesti al Comitato”. “Diversi mesi fa, l’amministrazione comunale ha reso nota la volontà manifestata da Adelchi Sulpizio di disporre degli atti inerenti la specifica delle spese sostenute dal Comitato, proponendo di consegnare quei dettagli richiesti. Ma in quella circostanza il Segretario generale della Camera di Commercio, come regolarmente riportato a verbale, ha espresso parere contrario ritenendo che ‘la cosa non era fattibile’”, conclude Ricotta.

 

Daniele Galli

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