Montesilvano, Rifondazione: “Maggioranza in crisi? Copione già visto”

Montesilvano. “C’è il forte rischio che Francesco Maragno rimanga ostaggio del coacervo di interessi che lo ha sostenuto, insomma come già accaduto per Di Mattia: un film già visto!”. Così scriveva L’Altracittà, lista con Lorenzo Colazzilli a candidato a sindaco di Montesilvano, a giugno del 2014. Oggi Rifondazione Comunista, che sostenne quella lista, rilancia quelle dichiarazioni, parlando di un “copione già visto” e sottolineando che “bastò osservare il consiglio comunale uscito dalle urne, che vedeva premiati i cambia casacca e i ‘big’ del cemento, per scrivere quanto abbiamo riportato sopra, insomma non c’era bisogno della sfera magica per rivedere il film ‘Montesilvano dejavu'”.

“Figli e parenti dei cavalli delle preferenze, padrini e diretti protagonisti della consigliatura di Cantagallo, sparsi a destra e a manca, passati come se nulla fosse, spregiudicatamente, da Cantagallo a Cordoma, da Cordoma a Di Mattia, riciclati a metà con Maragno e Ruggero – afferma Corrado Di Sante – non potevano che recitare l’unico copione che conoscono ormai a memoria, dove i ‘nuovi’ interpreti sono solo controfigure dei ‘vecchi’ di sempre”.

“È evidente – aggiunge – che non c’è mai stata una maggioranza politica, una visione, un programma per la Montesilvano del presente e del futuro. Un sindaco silente, difficile anche percepirne le opinioni, perché avere opinioni avrebbe scontentato gli uni o gli altri. L’unico programma possibile per questa ‘non maggioranza’ è sembrato quello di evitare scelte. Ugualmente però giorno dopo giorno la giunta Maragno ha perso pezzi: tenere l’amministrazione sotto naftalina non è bastato”.

“Occorre apprendere la lezione, al di là dell’esito del voto sul bilancio. Le coalizioni transgeniche nate per ‘vincere’, cordate di interessi particolari e cambiacasacca, con le solite camarille – prosegue l’esponente di Rifondazione – producono la sconfitta della città. Destra e Pd si equivalgono; si galleggia e poi la corda si spezza e comincia un nuovo giro di giostra, in una città sempre più marginale, dove cresce la guerra tra poveri, che purtroppo in molti hanno deliberatamente scelto di alimentare nel vuoto delle idee. È ora che quel 50% che da tempo si disinteressa alle competizioni elettorali in città, lasciando ampi spazi ai clientes, si rimbocchi le maniche, perché la cura per il cambiamento si chiama partecipazione, impegno, conflitto. Abbiamo bisogno di un’azione quotidiana per rendere Montesilvano giusta e vivibile, solidale e bella”, conclude Di Sante.

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