Pescara, l’attacco di Rifondazione: “Sel stampella del Pd per le elezioni provinciali”

Pescara. Le elezioni provinciali previste a Pescara per sabato (doppio rinvio a causa del maltempo) riportano in auge i contrasti tra la sinistra più estrema e quella democratica. Rifondazione cala l’affondo: “Sel stampella del Pd dalfonsiano”.

Sabato anche in Provincia di Pescara i consiglieri comunali andranno al voto per rinnovare il Consiglio Provinciale, occasione, secondo Rifondazione Comunista, “per far consumare di nuovo la truffa ai danni dei cittadini”. Al voto andranno solo i consiglieri comunali: “Gli eletti saranno così, ancora una volta, espressione esclusiva dei giochi di potere all’interno del ceto politico”, affermano Maurizio Acerbo, ex consigliere regionale, Corrado Di Sante, segretario provinciale, e Walter Rapattoni, tesoriere provinciale Prc-Se

Sono state presentate tre liste: “La lista del PD è in pieno stile dalfonsiano”, rimarcano da Rifondazione, “ci sono gli esponenti del partito dell’acqua come Silvina Sarra, sindaca di Bolognano e moglie dell’ex-presidente Aca arrestato con l’accusa di tangenti, e voltagabbana provenienti dal centrodestra come il sindaco neoeletto di Manoppello Giorgio De Luca”.

I tre esponenti della sinistra radicale, inoltre, rimarcano che “Sel-Sinistra italiana è presente nella lista Pd con il giovane candidato Davide Morante, a dimostrazione che non è l’età il metro per giudicare la rottura con la vecchia politica”, aggiungendo che “Il partito di Melilla e Mazzocca conferma in provincia di Pescara la sua internità e subalternità al sistema di potere dalfonsiano”.

Da loro, dunque, l’accusa di “stampella” del Pd: “Per l’ennesima volta Sel-Sinistra Italiana”, aggiungono i tre rifondaroli, “antepone il rapporto con D’Alfonso e il Pd alla prospettiva della costruzione di un’alternativa al renzismo che pure Fratoianni e Fassina invocano a livello nazionale. Fortunatamente nel resto dell’Abruzzo SEL-SI invece ha fatto la giusta scelta del boicottaggio insieme al resto della sinistra”.

Acerbo, Di Sante e Rapattoni non risparmiano critiche nemmeno  alle altre due liste, che “presentano da un lato il centrodestra a ranghi ridotti dopo la campagna acquisti di D’Alfonso e un redivivo Giorgio D’Ambrosio che da democristiano ora si è trasformato in socialista”.

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