Manovra Governo, sindaco San Valentino scrive a Berlusconi per difendere piccoli comuni

San_Valentino_in_Abruzzo_CiterioreSan Valentino in Abruzzo Citeriore. Nei piccoli comuni, quelli che oggi rischiano di chiudere, “ci sono sindaci e amministratori (assessori e consiglieri) che, nella maggior parte dei casi, svolgono gratuitamente la loro funzione, e riescono a supplire alla mancanza/carenza di personale dipendente, e quindi fanno un po’ di tutto. C’è chi si occupa dello sfalcio, chi garantisce il rispetto dal Codice dell’Amministrazione Digitale e si occupa della formazione ai dipendenti in materia di ICT, chi effettua gli interventi di manutenzione o riparazione e o svolge il ruolo di operaio generico e chi, all’occorrenza, si occupa della segreteria in amministrazione, apre e chiude il municipio, sostituisce l’Ufficiale dell’anagrafe che ha diritto alle ferie ed altro”. E’ questa l’Italia dei piccoli comuni che il sindaco di San Valentino in Abruzzo citeriore, Angelo D’Ottavio, descrive al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una lettera inviata il giorno di Ferragosto e pubblicata integralmente di seguito

“Caro Presidente,
salto tutte le premesse di rito e vengo subito a rappresentarti il pensiero del Sindaco di un Comune d’Abruzzo rispetto al momento che viviamo ed alle azioni che il Governo, e tra qualche giorno il Parlamento, hanno intrapreso e intraprenderanno per portare l’Italia fuori dal rischio fallimento che ha già interessato altre nazioni.Ti anticipo che non entrerò nel merito delle decisioni prese dal Governo sulle quali, in queste ore, si è aperto un confronto politico che, comunque, ritengo essere all’altezza di una nazione che ce la vuole fare e ce la farà.La mia riflessione è sul ruolo degli Enti Locali, in un momento di recessione economica come quello che stiamo vivendo, e sul contributo che possono dare rispetto a quella che deve essere la risposta della politica.Innanzitutto il ruolo delle “Istituzioni”. In questi anni, e ancor di più in questi mesi e giorni, si è parlato dei Comuni, e in modo particolare dei piccoli comuni,  e dell’ipotesi di accorpamento degli stessi, come se i problemi dell’Italia dipendessero dai costi (quasi pari a 0) dei piccoli municipi.Premettendo che il mio Comune ha 2000 abitanti, e pertanto oggi non è a rischio chiusura, vengo a rappresentarti l’importanza dell’esistenza, anche nelle piccole comunità, del Municipio, quale casa del popolo, punto di riferimento per le persone in difficoltà, luogo nel quale si sente la presenza dello Stato, ultimo avamposto in difesa delle istituzioni e dell’identità locale.Ma ancora di più il ruolo dei Sindaci e degli amministratori (Assessori e Consiglieri) che, nella maggior parte dei casi, svolgono gratuitamente la loro funzione, ma riescono a supplire alla mancanza/carenza di personale dipendente.A titolo esemplificativo potrei raccontare dei Sindaci o dell’Assessore o del Consigliere che personalmente sale su mezzo taglia erbe e si occupa dello sfalcio, oppure di quello che garantisce il rispetto dal Codice dell’Amministrazione Digitale e si occupa della formazione ai dipendenti in materia di ICT, piuttosto che di quello che segue i cantieri o effettua, direttamente, interventi di manutenzione o riparazione e svolge, contemporaneamente, il ruolo di operaio generico, direttore dei lavori e altro, o di quelli che, all’occorrenza, si occupano della segreteria in amministrazione, aprono e chiudono il municipio, sostituiscono l’Ufficiale dell’anagrafe che ha diritto alle ferie ed altro.Certamente bisogna accelerare l’attuazione della legge che impone l’erogazione dei servizi in forma associata per i piccoli comuni, certamente si può migliorare in tanti aspetti applicando il Codice dell’Amministrazione Digitale, ma non credo sia opportuno, né tantomeno conveniente, eliminare i Municipi perché si rischierebbe di eliminare le identità locali.Caro Presidente, non appartengo alla categoria di Sindaci che riconsegnano la fascia o che protestano contro lo stato, ma proprio per questo ti scrivo questa lettera in difesa dei piccoli campanili che rappresentano la parte sana di un’Italia che lotta, che suda, che soffre, ma che sa di potercela fare e ce la farà.Non so se leggerai questa lettera e non so neanche se potrà sortire qualche effetto rispetto alle decisioni che si stanno prendendo, ma so, certamente, che dovevo scriverla per rappresentarti il mio pensiero.Con stima”.
Angelo D’Ottavio

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