Pescara, visita di Renzi: esposto M5S su norme referendum

Pescara. Il M5S denuncia le norme violate durante la visita di Renzi a Pescara e presenta un esposto agli organi competenti.

Sarebbe lunga a loro giudizio la serie di violazioni dell’art. 9 della legge 22 febbraio 2000, commesse durante la visita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi a Pescara.

A denunciare l’accaduto la segnalazione indirizzata a CO.RE.COM, AGCOM e Prefetto di Pescara, a firma del Capogruppo in Regione Abruzzo Sara Marcozzi, che vede compatto tutto il M5S, portavoce comunali, regionali, parlamentari ed europarlamentare del M5S.

Attraverso l’esposto il M5S invita gli organi competenti a verificare il rispetto delle leggi secondo cui “a far data dalla convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”.

“L’evento si è svolto alla presenza delle maggiori cariche istituzionali di Regione Abruzzo e dello Stato, all’interno dell’Aula consiliare del Comune di Pescara – precisa Marcozzi – quindi in sede istituzionale.

Probabilmente – continua -avvalendosi anche di personale comunale e, dunque, violando un’ulteriore norma poiché, in tal senso va ricordata la Circolare del Ministero dell’Interno 7 ottobre 2016, n. 42, che recita “(…) i soggetti titolari di cariche pubbliche, possono compiere, da cittadini, attività di propaganda al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, sempre che, a tal fine, non vengano utilizzati mezzi, risorse, personale e strutture assegnate alle pubbliche amministrazioni per lo svolgimento delle loro competenze”.

Inoltre, anche l’allestimento interno ed esterno del palazzo comunale – “Palco, luci da concerto, proiezione, affissioni esterne – ricordano i 5 stelle – appaiono in totale violazione delle norme su citate oltre che dell’art 6 legge 4 aprile 1965, n. 212 e dell’art. 7 comma 1 Legge 24.4.1975 n. 130 secondo cui dal 30° giorno antecedente quello delle votazioni è vietata “la propaganda figurativa a carattere fisso in luogo pubblico”.

Abbiamo chiesto a tutti gli organi preposti di verificare la correttezza dello svolgimento della “Leopoldina” dal momento che a noi sembra violare le norme vigenti in periodo elettorale e anche il buon senso. Ancora una volta – conclude Sara Marcozzi – il PD tiene più alla propaganda che all’informazione”.

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