Pescara, balneatori in sciopero della fame a Roma contro direttiva Bolkestein

spiaggiaPescara. Il Decreto Tremonti verrà ulteriormente rivisto nelle parti che hanno determinato incertezza di impresa per migliaia di concessioni balneari abruzzesi e italiane. Lo ha detto lo stesso ministro annunciando la predisposizione di alcuni emendamenti per garantire una maggiore salvaguardia delle imprese nostrane.

Questa notte le centinaia di balneatori di Pescara, Montesilvano e Francavilla al Mare giunti oggi a Roma, per manifestare in piazza Navona, proseguiranno il sit-in con sciopero della fame in piazza Navona e per domani è già stata preannunciata la convocazione di un incontro con lo staff tecnico di Tremonti per esaminare le parti da emendare.

In sostanza i concessionari chiederanno che alla scadenza del 2015 il titolo concessorio si trasformi in diritto di superficie senza la vendita all’asta, raggiungendo un compromesso per la durata del diritto, ossia tra i novant’anni iniziali e i vent’anni attuali, come accade per altri titoli demaniali.

Lo ha annunciato il presidente del Consorzio Imprese Balneari dell’Adriatico Riccardo Ciferni che da oggi alle 16 ha avviato il sit-in di protesta in piazza Navona, a Roma, per manifestare contro la Direttiva Bolkestein e per sollecitare un’immediata revisione del Decreto Tremonti. E nel corso del pomeriggio una delegazione del Ciba ha incontrato diversi senatori.

“Abbiamo avuto interlocuzioni – ha detto Ciferni – con gli onorevoli Bernardo, Abbrugnato, Aracu, in piazza Navona ci ha raggiunto il senatore Quagliariello, ma soprattutto abbiamo avuto modo di incontrare il ministro Tremonti, al quale abbiamo ripetuto le nostre istanze e soprattutto le nostre preoccupazioni per quelle migliaia di aziende che danno lavoro a migliaia di persone e che rischiano di scomparire sotto la scure della Direttiva Bolkestein che minaccia la nullità di tutte le concessioni balneari al 2015 con la vendita all’asta di tutte le nostre attività con il rischio di pericolose infiltrazioni dall’estero. E invece noi chiediamo al Governo di sostenere la nostra battaglia e di tutelare una ‘tipicità’ italiana. Abbiamo chiesto il riconoscimento del diritto a ricevere tutela per la salvezza delle nostre aziende nel rispetto dell’ambiente, dei piani demaniali regionali nonché degli usi collettivi del mare, garantiti con l’accesso libero al mare e la libera transitabilità sulla battigia, da realizzarsi in via assoluta con apposita Authority che vigili nei tratti di costa in cui tali usi sono impediti; riteniamo di avere il diritto a ricevere tutela per aver svolto funzioni di pubblica sicurezza per settant’anni, fornendo gratuitamente il servizio di salvamento a mare e per aver creato il comparto del turismo balneare unico in Europa, capace oggi di fronteggiare la grande crisi economica che attraversa il paese”.

Nel corso degli incontri con i parlamentari “tutti si sono dichiarati disponibili a rivedere la parte del Decreto Tremonti che per noi sono fonte di incertezza attraverso emendamenti che potremo concordare – ha proseguito Ciferni con Laila Di Carlo -. Lo stesso ministro Tremonti ha dichiarato di aver emanato quel Decreto proprio per tutelare l’impresa italiana, ma poi il provvedimento è stato emendato dal Colle, ma comunque ha confermato la preparazione di emendamenti per restituire forza al Decreto. Anche il senatore Quagliariello ha ribadito la necessità di salvaguardare le imprese italiani esistenti e ha annunciato per domani un incontro di una nostra delegazione del Ciba con i senatori Baldini, Pastore e Aracu e con lo staff di Tremonti per elaborare tali emendamenti”.

Chiare le richieste del Consorzio: innanzitutto alla scadenza del 2015 viene chiesto che il titolo concessorio si trasformi in diritto di superficie senza gara, senza alcuna evidenza pubblica. “Inoltre” continua il presidente “riteniamo esigua l’attuale durata ventennale del diritto di superficie a fronte di un affidamento precedente del titolo che aveva durata indefinita e proporremo la giusta mediazione tra i venti anni e i novant’anni iniziali, ossia cinquant’anni, che daranno una maggiore certezza d’impresa alle nostre aziende e la voglia di investire”.

Alla protesta odierna organizzata dal Ciba di Pescara, si sono associati intanto anche i balneatori della Toscana, delle Marche e della Liguria, anch’essi presenti oggi in piazza Navona.

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