Pescara, Pd: “Pineta Dannunziana: uno stop all’elettrodotto”

 

Elettrodotto_conf.opposizionePescara. La Legge Regionale che ha approvato l’allargamento del perimetro della Riserva Naturale della Pineta Dannunziana continua a trascinare dietro polemiche politiche. Da più parti è giunta la richiesta, ormai tardiva, di un passaggio in Consiglio comunale prima dell’approvazione; ma ora pare che a quel provvedimento si leghi anche il futuro del passaggio dell’elettrodotto Tivat-Gissi.

A parlare sono oggi i consiglieri comunali del Pd, insistendo sulla mancata consultazione dell’assise comunale: “Sarebbe stato in quella sede che avremmo affermato e ribadito piena condivisione per una iniziativa che prefigurasse un ampliamento della Riserva Naturale Pineta Dannunziana”, dicono in una nota corale, “capace di portare con se un vincolo paesaggistico all’intrusione, in quei luoghi, delle opere riguardanti l’elettrodotto”. Una opera, quella dell’elettrodotto, fortemente contestata dal Partito Democratico “per le procedure troppo sbrigative seguite che subisce un decisivo arresto e che comporterà, inevitabilmente, un nuovo esame ed una nuova allocazione territoriale”.

All’area tanto cara al Vate, infatti, sarebbero legati numerosi vincoli ambientali “che in quell’area sono entrati immediatamente in vigore con l’art. 9 della l.r. 96/2000”, ricordano i consiglieri Pd “per effetto della pubblicazione della legge regionale di ampliamento della Riserva ed in attesa dell’approvazione del PAN – Piano di Assetto Naturalistico – sono talmente restrittivi, come è giusto che siano per la tutela di una riserva naturale, che viene preclusa ogni minima attività anche di semplice movimento di terra”.

Sorgono, così, nuovi interrogativi circa le nozioni in possesso del Consiglio Regionale all’indomani dell’approvazione della legge di riperimetrazione della Pineta: “Questa ed altre novità contenute nella legge regionale, vedasi l’inclusione delle aree di proprietà della RAI in Via Pantini o le aree pensate per allocarvi i parcheggi di scambio, fanno presupporre che, seppur frettolosi, i legislatori regionali hanno avuto modo di approfondire e valutare il provvedimento ed imprimere una disciplina urbanistico-territoriale nuova e diversa rispetto anche ai programmi elettorali presentati dal Sindaco Mascia”. Come dire che, se dalla Regione si può mettere mano sulle carte di Mascia per allargare la Pineta a sua insaputa, si può anche fermare il passaggio dell’elettrodotto di Terna, ancor più se esistono vincoli ambientali che lo dovrebbero imporre.

Si infiamma la polemica. Tante e da più parti giungono le polemiche a seguito della notizia, che è rimbalzata sui media trascinandosi dietro accuse reciproche all’interno del Pdl pescarese: l’assessore all’Urbanistica, Marcello Antoneli, se la prende con il proprio capogruppo in Consiglio Comunale, nonchè consigleire regionale, Lorenzo Sospiri per non averlo consultato prima di votare e far approvare la legge all’emiciclo regionale; Sospiri risponde che l’elettrodotto non costituisce problema, bensì un’opera importantissima, e che lambisce solo i confini della Pineta, aggiungendo che, all’occasione, il testo del provvedimento regionale verrebbe corretto. E sul dibattito interviene William Facchinetti, consigliere Prc-Federazione della Sinistra per la circoscrizione Portanuova, all’interno della quale sorge proprio la Riserva naturale: ” Né il Partito Democratico né il Popolo delle Libertà colgono la grande opportunità di uno strumento di sviluppo sostenibile per la città di Pescara. Invece di festeggiare l’approvazione di una legge che tutela il patrimonio ambientale comune, ci si lancia in una serie di accuse che sembrano nascondere la tutela di interessi particolari. Invece di concentrarsi sull’approvazione del Piano Naturalistico della Riserva che la città attende da anni o sulla previsione di investimenti a medio periodo per attrarre quanto più possibile il turismo, consiglieri di maggioranza e di opposizione, con rarissime eccezioni come quella di Gianni Teodoro, Carlo Masci e pochissimi altri, si lanciano in una diatriba infinita su dove passerà l’elettrodotto di Terna o su come farà la RAI a capitalizzare i propri terreni”.

Daniele Galli

 

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