Pescara, opposizione firma diffida contro la ‘truffa’ dell’elettrodotto Terna

 

Elettrodotto_conf.opposizionePescara. Dopo la delibera di Giunta dello scorso 3 novembre, con la quale il Comune di Pescara ha accordato con la Terna Spa il passaggio dell’elettrodotto Tivat-Gissi sul territorio cittadino, l’opposizione procede nella sua battaglia contro il cavo. Una diffida, firmata da tutti i partiti avversi ad Albore Mascia, Fli incluso, è stata inoltrata per ‘mancata competenza della Giunta nella cessione di territori dominicali’, alla quale si aggiunge un grido unanime: “Il compenso pattuito con Terna è una truffa ai danni dei cittadini”.

Il testo della diffida, inoltrata presso la Giunta, Albore Mascia, Chiodi e vari dirigenti del Comune di Pescara, intima: “Gli Organi ed i soggetti in indirizzo, ognuno per quanto di sua competenza, a revocare la delibera della Giunta Comunale del 3.11.2010 n. 926 in quanto adottata in materia di competenza del Consiglio comunale, e a non sottoscrivere atti che determinino la rinuncia da parte dell’amministrazione comunale a diritti dominicali sul proprio patrimonio immobiliare con evidenti danni di ordine patrimoniale”. In termini comprensibili, i firmatari rivendicano la competenza del Consiglio Comunale, organo esautorato dalla decisione in oggetto, sulla cessione di terreni comunali a soggetti terzi. La Giunta comunale, quindi, avrebbe impropriamente ceduto a Terna i terreni (e le strade cittadine) sotto i quali far passare i cavi.

Ma questa può essere considerata solo la scusa formale con la quale si cerca di far ritirare l’accordo con Terna. Enzo Del Vecchio, consigliere Pd e capofila di una odierna conferenza stampa dell’opposizione, allargata a comitati civici, Fli e Lista Teodoro, da giurista mancato qual è raccoglie una serie di relative norme nazionali e tuona: “E’ un colossale imbroglio, una truffa ai danni dei cittadini”. Si riferisce al contributo compensativo che Terna deve ai Comuni interessati per il mancato uso alternativo del territorio e per l’impatto logistico dei cantieri: quanto Terna paga per i tratti in cui passerà il cavo. “Un conteggio sbagliato, fatto non si sa da chi, come e perché, senza seguire le leggi dello Stato e a causa della mancanza di un Piano Energetico, e che vogliono anche far passare come un gran risultato di Mascia, Sospiri e Antonelli”, prosegue Del Vecchio. La legge a cui si riferisce è la 239 del 2004: “I proprietari di nuovi impianti di produzione di energia elettrica di potenza termica non inferiore a 300 MW che sono autorizzati dopo la data di entrata in vigore della presente legge corrispondono alla regione sede degli impianti, a titolo di contributo compensativo per il mancato uso alternativo del territorio e per l’impatto logistico dei cantieri, un importo pari a 0,20 euro per ogni MWh di energia elettrica prodotta, limitatamente ai primi sette anni di esercizio degli impianti”. Alla legge dello Stato, Del Vecchio aggiunge i conti della serva: “l’impianto da progetto prevede una potenza nominale di 2.000 MW, le ore annuali sono 7.640, considerando quindi un esercizio annuale di circa 7.000 ore avremo 14milioni di MW; ad un costo di 0,20 €. avremo 2.800.000 euro annui che moltiplicato per 7 anni da 19.600mila euro a fronte di un fatturato annuo di 1.400.000.000 euro”. Mascia, Sospiri e Antonelli hanno, infatti, rivendicato il successo di aver strappato al Terna un rimborso da 14 milioni: “Ma è la legge che impone a Terna di pagare 19 milioni: non è Terna che regala milioni a Pescara, è Pescara che regala milioni a Terna. Anche i lavori aggiuntivi di interramento di altri cavi su Pescara che Terna ha promesso: sono lavori che è tenuta a fare su tutta Italia”, corregge Del Vecchio”.

La denuncia è corale: “Questa Amministrazione continua imperterrita nella mancanza di legalità e trasparenza. I consiglieri sono tenuti all’oscuro, anche noi della maggioranza: nessuno sa niente di un progetto così grande che richiede una grande condivisione”, dichiara la consigliera Adele Caroli (Fli). Il comitato civico ‘Nessuno tocchi il nostro futuro’ contro l’elettrodotto protesta con il presidente Lorenzo Valloreja: “Già in passato abbiamo denunciato la poca chiarezza di Terna, la quale nel Consiglio comunale straordinario aveva dichiarato di non potersi fermare in nome di un accordo già preso definitivamente con il Montenegro: accordo firmato solo di recente. Dopo questi dati, il sindaco ha il dovere morale di dimettersi. Noi, intanto, stiamo procedendo con un ricorso al Tar contro la delibera di Giunta”. “Abbiamo dovuto lottare contro la petrolizzazione della nostra regione, la regione verde d’Europa, e ora apriamo la strada ad un intervento che ci para davanti il nucleare.”, conclude il consigliere Fausto Di Nisio.

C’è dell’altro. Del Vecchio richiama anche la legge 239 del 2003, la quale specifica determinati aumenti del rimborso in caso di potenziamento della rete di conduzione elettrica: “Il Comune si è legato le mani da solo: secondo il comma 5 ha stipulato un accordo sotto forma di una tantum, quindi Terna non è tenuta ad altre compensazioni economiche in caso di potenziamento. Qui si regalano milioni e terreni sulla pelle dei cittadini”, chiosa polemicamente.

Daniele Galli

 

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