Abruzzo, ombre su Bike to coast: Di Giampietro “Opera pubblica fuori norma”

Abruzzo. Con una lettera indirizzata al presidente D’Alfonso e ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste, l’architetto Giuseppe Di Giampietro chiede la trasparenza degli atti sulle opere pubbliche.

In particolare Di Giampietro, che è stato consulente dei Piani del traffico di diversi Comuni abruzzesi, tra cui anche Pescara, ed è esperto di viabilità, pone l’accento sul progetto ‘Bike to coast’ che prevede la realizzazione della pista ciclabile adriatica: una ciclovia di 131 km che attraverserà 19 Comuni e 3 Province abruzzesi, interamente finanziato dalla Regione Abruzzo.

Un progetto che secondo Di Giampietro, “vandalizza il lungomare di Montesilvano” e viene definito “quasi segreto, ma pieno di errori progettuali”.

Il primo punto messo in discussione dall’architetto, è che il progetto in questione non è stato reso noto prima che il cantiere fosse aperto. “Nessuno ha ritenuto di pubblicare il progetto prima che fosse realizzato, per ascoltare osservazioni e suggerimenti da parte di cittadini e portatori di interesse, così se ne scopre il contenuto solo a cantiere avviato”, ha affermato, sottolineando che “Non è possibile sapere qual è l’importo dei lavori appaltati, perché il progetto non è pubblicato on line e per avere i dati occorre fare una richiesta di accesso agli atti”.

Per quanto riguarda il territorio di Montesilvano, i lavori sono stati avviati lo scorso dicembre e alcuni dati sono stati effettivamente resi pubblici a lavori iniziati: il progetto in questione è stato redatto dall’architetto Piero Pandolfi, che ha previsto gli interventi su tre aree distinte lungo via Aldo Moro: la prima da via Isonzo a via Marinelli; la seconda relativa alla rotatoria tra via Marinelli e via Aldo Moro; e il terzo tratto da via D’Andrea fino al sottopasso ferroviario.

Stando alle somme, l’importo totale ricevuto dal Comune è di 285 mila euro; la somma di aggiudicazione dell’opera è di 100.400 euro circa, a cui si aggiungono quasi 62 mila euro per gli oneri della manodopera, oltre 4.500 euro relativi agli oneri per la sicurezza, per un totale di 167 mila euro circa.

Riguardo agli altri territori interessati, i dati in questione sono stati reperiti e diffusi dallo stesso Di Giampietro, limitatamente ai fondi ricevuti da ciascun Comune per portare avanti il progetto, interamente finanziato dalla Regione Abruzzo con un importo totale di 24 milioni di euro provenienti dai fondi europei PAR-FAS 2007-2013.

Ecco quanto ha ricevuto ciascun Comune: Giulianova, 24 mila abitanti, ha ricevuto 390 mila euro di finanziamenti del progetto; Roseto, 24 mila abitanti, ha ricevuto 2,6 milioni di euro; Pineto, 14.800 abitanti, ha avuto 1,5 milioni per completare la sua rete di piste ciclabili; Silvi, 15.600 abitanti ha avuto 920 mila euro; Montesilvano, quarta città d’Abruzzo con 53.700 abitanti, ha avuto, come già indicato, 285 mila euro per il completamento della ciclabile sul lungomare, oltre il ponte sul fiume Saline e l’intervento gestito della Provincia.

“Credo che occorra una legge, almeno regionale (magari proposta dalle associazioni o da eletti responsabili), a tutela dell’interesse pubblico, dell’efficacia dell’intervento pubblico, della trasparenza e partecipazione dei cittadini all’azione pubblica”, ha rilevato Di Giampietro nella sua lettera.

Oltre alla trasparenza degli però, l’architetto ha evidenziato le conseguenze strutturali di quest’opera, da lui definita ”il primo caso di intervento pubblico inadeguato, fuori norma, incoerente, dannoso o immotivatamente costoso per la comunità, che provoca una reazione negativa nelle comunità locali e talvolta un contenzioso con ritardi e sprechi di risorse”.

Nello specifico, l’elemento progettuale dannoso individuato da Di Giampietro consiste nello ‘sfascio’ di marciapiedi e attraversamenti pedonali: “Il progetto ritaglia i marciapiedi esistenti da -30 cm a – 1,50 m, creando un mostruoso velodromo, senza verde, senza parcheggi, pericoloso per pedoni e biciclette, e senza rispettare le norme sulle barriere architettoniche né il Codice della Strada”. L’architetto evidenzia il paradosso, in contrasto con quello che è il senso di un progetto come ‘Bike to coast’: “Per ‘mettere a norma’ una pista ciclabile, si sfasciano i marciapiedi pedonali, si tolgono i parcheggi senza recuperarli sull’altro lato, si crea una pericolosa trincea velodromica”.

In sostanza, secondo Di Giampietro, tutto questo potrebbe essere evitato se venisse garantita la trasparenza degli atti pubblici prima dell’inizio dei lavori, in modo che gli esperti dei vari settori possano valutare tecnicamente l’efficacia e i benefici di un progetto su un’opera pubblica.

E chiede una normativa regionale in tal senso, lanciando la proposta:

“Per ogni opera pubblica a partire da 100 mila euro in su (per escludere gli interventi di sola manutenzione), o che comunque modifichi le caratteristiche fisiche e funzionali dell’ambiente esistente (per includere, ad esempio, il taglio di alberi importanti), finanziata da fondi pubblici o che comunque gode di contributi e agevolazioni pubbliche, il progetto o documento autorizzativo deve essere pubblicato on line almeno 30 giorni prima dell’approvazione del progetto definitivo, e l’avviso di pubblicazione notificato sulla stampa locale, per ricevere osservazioni, proposte di modifica o miglioramento da parte di cittadini e portatori di interesse locali”.

“Le osservazioni e controdeduzioni dell’ente approvante, obbligatorie e motivate, devono essere inserite nell’atto di approvazione e pubblicate insieme al progetto. Esse costituiscono prova di trasparenza, coerenza, adeguatezza e proporzionalità dell’intervento pubblico. Laddove risultassero insufficienti e immotivate costituirebbero presupposto per l’azione legale nei confronti di responsabili e decisori”.

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