Montesilvano, Il Pd vuole le elezioni

 

Pd_MontesilvanoPescara. Le dimissioni del sindaco di Montesilvano, Pasquale Cordoma, e soprattutto le motivazioni di natura giudiziaria, spingono il Pd ad una compatta reazione. Gruppi cittadino, comunale, provinciale e regionale reagiscono a quella che è stata definita come la sesta crisi consecutiva della Giunta Cordoma con una sola richiesta: si torni alle urne.

A dieci giorni dalle dimissioni del primo cittadino, questa mattina è stata convocata una conferenza stampa dai vari capogruppo del Partito Democratico, univocamente desiderosi di nuove elezioni amministrative già in primavera: “Si torni alle urne per dignità e coerenza con l’impegno preso verso quella cittadinanza che ha dato mandato di governo a questa Giunta”, dice il segretario regionale Silvio Paolucci, “Era stato sbandierato il valore della legalità, Cordoma faceva tintinnare le manette dai palchi in campagna elettorale, e della meritocrazia; entrambi spazzati via dalle inchieste giudiziarie, una ogni sei mesi, che non hanno risparmiato nemmeno i concorsi pubblici”, aggiunge. Si punta il dito sulle inchieste e le negligenze che hanno coinvolto Pasquale Cordoma e i suoi assessori. Fuori il sindaco, sfiduciata la Giunta, nel Consiglio di Montesilvano rimane ora solo la maggioranza ad annaspare per tenere a galla il mandato fino alla scadenza naturale del 2012. Ma per Luigi Beccia, segretario cittadino, si vive una “situazione paradossale. La maggioranza continua a tentare di ricucire lo strappo, ma le radici affondano molto più in passato del voto di sfiducia. A marzo si erano già dimessi vice sindaco e assessori, segnando il capolinea del progetto politico e amministrativo di Cordoma; era solo la punta di un iceberg emerso poi con 4 cambiamenti di Giunta e di transfert tra centrodestra e centrosinistra. Ora il fallimento definitivo della classe dirigente di Montesilvano, ma nel frattempo la città ha vissuto nell’immobilità”. Servizi sociali, lavori pubblici, manutenzione ordinaria: vari e importanti i settori lasciati, secondo Beccia, da Cordoma alla deriva, e influenze esterne avrebbero portato Montesilvano all’isolamento: “Le intercettazioni dimostrano ci sono state infiltrazioni interne alla città dal centrodestra provinciale e regionale. Il Pd si propone per invertire questa tendenza e per riaffermare la centralità di Montesilvano nell’area metropolitana”.
“Andare alle urne per ridare ordine all’amministrazione, per rilanciare l’economia e lo sviluppo delle risorse turistiche e commerciali”, sostiene il consigliere comunale Adriano Chiulli, “il commercio a Montesilvano sta svanendo per mancanza di un minimo sostegno istituzionale legato ad un piano traffico favorevole alla città. Inevitabile, dato che negli ultimi tre anni si è vista una capacità amministrativa inferiore al periodo di commissariamento prefettizio del 2007. È inaccettabile che una città con più di 50mila abitanti non debba avere un’iniziativa progettuale complessiva, né una ordinaria amministrazione”.
Due ora le opzioni. Se la maggioranza non dovesse riuscire a trascinarsi fino al 2012, si prospetta un decadimento anticipato con votazioni già a Natale. “Il Pd si sta preparando alle elezioni perché è finalmente terminati il percorso accidentato intrapreso a tutti i livelli dei governi locali dal centrodestra”, afferma il segretario provinciale Antonio Castricone, ma in che modo si sta organizzando? “Vogliamo partire con un’idea di coalizione tra chi è ora all’opposizione e un confronto con chi intende assumersi le responsabilità di quanto accaduto a Cordoma per evitare un secondo trauma alla cittadinanza”, risponde Beccia. Che si stia prevedendo già una fuga dalla nave che affonda mentre il capitano cola a picco? “Bisogna andare oltre i personalismi per costruire un progetto di prospettiva per la città”, commenta Chiulli.
Ragionando sui tempi, si parla delle ormai immancabili ‘primarie’, in questo caso ‘primarie di coalizione’: “Se si andrà fino al 2012 si faranno sicuramente, altrimenti vedremo la compatibilità con i tempi tecnici. In ogni caso, prima la coalizione e poi le primarie”, conclude Castricone.

Daniele Galli

 

 

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