Cepagatti dice no alle vasche di contenimento del fiume: Di Domizio “Faremo ricorso al Tar”

Cepagatti. Approvata all’unanimità la mozione che dice ‘no’ alla realizzazione delle vasche di espansione del fiume Pescara che andranno ad espandersi per buona parte lungo il territorio di Cepagatti.

“La mozione era stata già approvata una prima volta nel 2008 e l’abbiamo riproposta per consentire anche ai nuovi consiglieri, insediatisi con la nuova consiliatura, di esprimere la propria opinione”, ha illustrato il consigliere Paolo Di Domizio, del gruppo ‘Insieme per Cepagatti’. “E la risposta del Consiglio è stata unanime: Cepagatti ha espresso parere negativo alla realizzazione delle casse di espansione e alle opere di laminazione del fiume Pescara sul nostro territorio da parte dell’Autorità di Bacino di rilievo regionale e del bacino interregionale del fiume Sangro”.

Una contrarietà non risolutiva per quanto riguarda la realizzazione delle vasche, che come sottolineato da Lorenzo Sospiri, capogruppo regionale di Forza Italia, si tratta di “un’opera oggi obbligatoria”.

Le vasche di espansione servono per permettere al fiume Pescara di esondare in occasione delle piene e molti Comuni che si snodano lungo l’asta fluviale, col passare degli anni, hanno cementificato e costruito sulle aree naturali di esondazione del fiume. Perciò, il fiume Pescara non ha più i propri argini ‘naturali’.

“Non è possibile che un comune ‘virtuoso’, che ha vigilato in maniera rigorosa per impedire la cementificazione dei propri argini, al contrario di altri Comuni come Spoltore, oggi debba pagare sulla propria pelle i danni causati da altri”, hanno ribadito i consiglieri di ‘Insieme per Cepagatti’, che hanno aggiunto:

“Se proprio non riusciremo a fermare quell’opera, comunque la Regione deve prevedere ed erogare subito un adeguato risarcimento-ristoro in favore del Comune, ma anche dei singoli proprietari i cui terreni diventeranno inutilizzabili. E abbiamo anche chiesto al Comune di nominare un legale che potrà rappresentare tutti i singoli proprietari con un ricorso al Tar contro il cantiere”.

“Avevo già sollevato il problema lo scorso novembre”, ha ricordato Sospiri, “quando il governatore D’Alfonso ha sbloccato l’iter del progetto di realizzazione delle 5 vasche. Ora il progetto prevede la realizzazione di quelle vasche negli abitati di Rosciano e di Cepagatti perché, paradossalmente, sono stati i Comuni più virtuosi: ossia i soli due Comuni che hanno lasciato correttamente libero il territorio a ridosso del fiume”.

“Dovendo acquisire i terreni necessari per le opere, ciò accadrà tramite una legge che stabilisce la Servitù di allagamento, ovvero non ci saranno espropri, anche per evitare il rischio di contenziosi che avrebbero allungato i tempi di cantiere con il rischio di perdere i 54milioni di euro di finanziamento, dunque i terreni, tutti di natura agricola, non verranno tolti ai proprietari, ma ci sarà solo una servitù creando comunque dei forti disagi e danni ai proprietari”.

Pronti gli emendamenti che riconoscono il risarcimento ai Comuni:

“Per tale ragione ho personalmente fatto approvare due emendamenti alla legge 7 del 2010, per garantire comunque un indennizzo nei confronti dei Comuni e dei cittadini che sono stati bravi, e dunque non hanno cementificato come a Manoppello o Spoltore, né hanno fatto opere folli come a Pescara con la diga foranea: con il primo emendamento abbiamo previsto un ristoro per i proprietari dei terreni, che andrà da un minimo del 40 per cento del prezzo di mercato sino a un massimo del 75 per cento, a seconda se la superficie andrà a ospitare la vasca, o l’argine o solo la strada di accesso alla vasca. Con il secondo abbiamo previsto per i Comuni virtuosi, ossia Rosciano e Cepagatti, il pagamento di un ristoro consistente nella realizzazione di opere di mitigazione delle criticità idrauliche, idrogeologiche e ambientali”.

“A questo punto spetta però alla Regione del Governatore D’Alfonso dare seguito a quegli emendamenti e individuare ora le risorse necessarie a garantire un adeguato risarcimento ai territori interessati dalle opere dando delle rassicurazioni concrete ai cittadini interessati e non promesse fittizie”.

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