Pescara, questione precari. Allegrino (IdV): “Testa non li vuole”

allegrinoPescara. “La mancata stabilizzazione dei precari non è addebitabile né alla manovra governativa, né a debiti precedenti della Provincia, ma alla precisa volontà politica del presidente Testa di non risolvere il problema”. È l’opinione di Antonella Allegrino, consigliere provinciale IdV, sul problema dei precari dell’ente provinciale.

A sostegno della sua tesi, l’Allegrino porta il fatto che, mentre testa asseriva che a causa della mancanza di una copertura finanziaria nulla si sarebbe potuto fare per i precari, l’amministrazione avrebbe attivato contratti nel corso del 2010, fra cui 7 co.co.co per figure professionali già esistenti, per un ammontare di 3.125 euro l’uno per due giorni a settimana e due proroghe da 90mila euro per due legali per l’ambiente. Inoltre, continua il consigliere “ha di recente portato in commissione bilancio una variazione per un maggiore costo di 20mila euro fino al 31/12/2010 per il capo di gabinetto, a seguito dell’attribuzione della funzione di dirigente, figura a cui Testa aveva detto di voler rinunciare all’inizio del mandato, per smentirsi nei fatti appena qualche mese dopo”.

Secondo la Pellegrino, si tratta di un danno alla dignità di coloro che lavorano per l’ente da diversi anni e che, pertanto, si sono già formati. “Ricordiamo” sottolinea, infatti, il consigliere “che oltre 40 precari sono impegnati nel centro per l’impiego, per cui verrà a mancare tale servizio, una doppia beffa per i lavoratori che ora lo esercitano e da disoccupati non ne potranno usufruire; 3 sono bibliotecarie e venendo meno  produrranno una ulteriore riduzione della qualità del servizio della biblioteca, già ridotto dall’11 luglio e che potrebbe portare anche alla chiusura della biblioteca per ragazzi che conta migliaia di utenze  e attività per e con le scuole; altri sono addetti alle attività dell’eurosportello e delle politiche sociali: ambiti sensibili oltre che di servizio al pubblico. Un danno anche economico, a causa delle vertenze che si apriranno col rischio di importi pari a ben più doppio del costo delle assunzioni e del tanto citato caso Barusso che ha riguardato la precedente amministrazione e una leggerezza di gran lunga peggiore nelle scelte. Inoltre, anche la formazione del personale che occuperà i posti dei precari ha un ingente costo a carico dell’ente”.

Nell’opinione di Antonella Allegrino, insomma, risolvere si può: “basterebbe mettere il naso appena fuori dalla Regione per capire come, in Toscana, molti Comuni lo hanno fatto, coraggiosamente, tutelando posti lavoro e professionalità, un atto di volontà e non un “miracolo” come spiegherà personalmente il dirigente-artefice di tale soluzione, il dott. Luca Canessa, che ho cercato e invitato ad un incontro già fissato in Provincia per  il 13 settembre prossimo, “Il lavoro e l’uomo: dalla precarietà alla stabilità”, affinché l’amministrazione possa guardare ad esempi concreti e virtuosi. Testa faccia un atto coraggioso per il futuro dell’ente e del territorio e non lo esponga all’ipoteca di risarcimenti milionari per le mancate assunzioni”.

 

 

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