Pescara, peschereccio multato durante lavori di riparazione. Dragaggio porto sotto accusa

pescara_porto_canalePescara. Una multa di 2.070 euro della Guardia di Finanza ad un peschereccio pescarese per essere uscito dal porto canale per lavori di riparazione alle eliche intasate dai fanghi senza avvisare la locale Capitaneria di Porto.
“La mancanza di siti idonei allo stoccaggio dei fanghi – ha spiegato il consigliere comunale del Pd, Enzo Del Vecchio – che sarebbero dovuti provenire dalle operazioni di dragaggio dell’avamporto e del porto canale di Pescara hanno reso l’appalto svolto da Provveditorato alle Opere Pubbliche pressoché nullo con la conseguenza che, come al solito, sono i pescatori gli unici a pagarne le conseguenze”.
In assenza di collegamenti di tipo turistico che utilizzano le strutture portuali di Pescara, gli unici operatori che usufruiscono del porto sono i pescatori che oramai quasi giornalmente subiscono danni alle loro imbarcazioni per la presenza dei fanghi e detriti che avrebbero reso il porto canale quasi impraticabile. È il caso del peschereccio Ennio Padre, della famiglia Pacchione, che, secondo il racconto del consigliere del Pd, nelle operazioni di rientro in porto ha urtato contro la massa di limo che riduce notevolmente il pescaggio del porto pescarese riportando danni alla chiglia ed all’impianto propulsore. Per riparare il danno subito, il peschereccio nella giornata di venerdì scorso è stato portato al di là della diga foranea per permettere la riparazione ad un sommozzatore. Un’operazione breve di poche ore che è costata cara al peschereccio pescarese. Una motovedetta della Guardia di Finanza lo ha avvicinato, contestando ai marinai, occupati nelle operazioni di riparazione del mezzo, la mancata segnalazione alla Capitaneria di Porto dell’uscita dell’imbarcazione, perché avrebbe potuto svolgere operazioni di pesca non consentite.
“Eccesso di fiscalismo da parte della Guardia di Finanza – ha concluso Del Vecchio – unito al lassismo degli enti che si sarebbero dovuti occupare delle procedure necessarie per il dragaggio hanno fatto sì che ai continui disagi e danni che gli operatori della pesca incontrano giornalmente sia, per entrare nel nostro porto sia per le pessime condizioni in cui la categoria di dimena, si aggiunga anche la beffa di vedersi sanzioni economiche per porre rimedio agli errori altrui. I sentimenti di rabbia e sconforto della famiglia Pacchione sono i sentimenti della categoria che aspettano di veder sanzionato il reato di lassismo che produce il maggior danno ad una collettività e, purtroppo, oggi, rimane saldamente impunito”.

 

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