Montesilvano, “servizi non essenziali”: tariffe alle stelle per le sale comunali

Montesilvano. Tariffe alle stelle, secondo il nuovo regolamento, per l’utilizzo delle sale pubbliche comunali. Da zero a 250 euro per le sedi delle delegazioni. L’assessore Brocchi: “Non sono servizi esssenziali”.

“I costi delle sale comunali da zero euro sono saliti alle stelle per chi vuole affittare per sole due ore nei festivi la sala Di Giacomo arriva a costare fino a 227,50 euro, mentre 245,00 euro per le sedi delle delegazioni comunali e 175 euro per la Sala consiliare e per quella del Tricolore. Cifre veramente da capogiro che non sostengono le iniziative culturali e a favore della città”, è la protesta di Lino Ruggiero e Paolo Rossi, consiglieri comunali di Abruzzo Civico-Montesilvano Democratica, che attaccano la giunta Maragno: “Com’è stato possibile solo pensare di dover tassare l’uso delle strutture comunali come la Sala Di Giacomo o addirittura la Sala consiliare, luoghi che da sempre hanno ospitato manifestazioni culturali di elevato spessore, avvenimenti che non solo sono stati di pubblico interesse ma che hanno dato la possibilità ai cittadini di ampliare le proprie conoscenze”.

“Una Pubblica Amministrazione ha l’obbligo legale di coprire i costi di un servizio, a meno che non si tratti di servizi pubblici qualificati come essenziali. L’uso, la gestione delle Sale Comunali ha un costo per la collettività, ed è equo oltre che doveroso che chi ne fruisca contribuisca alla copertura di tali costi, segnatamente in un periodo di grave congiuntura per le finanze comunali. Ruggiero e Rossi spiegassero il contrario all’Autorità contabile, se ci riescono”, ribatte l’assessore Leo Brocchi ai consiglieri Ruggero e Rossi. “I consiglieri”, aggiunge ancora l’assessore, “dimenticano che il Regolamento su cui oggi puntano le loro censure qualunquistiche è stato approvato con i voti favorevoli di maggioranza e opposizione sia in sede di Commissione Consiliare che in Consiglio Comunale. Avrebbero potuto sollevare le loro perplessità durante la fase di approvazione del Regolamento, che – quale fonte normativa espressione del principio democratico cui dimostrano d’essere intolleranti – vincola anche coloro che dimostrino di non gradirla, proprio come avviene per leggi, che si applicano a tutti, anche ai dissenzienti”.

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