Pescara, un Piano Case che fa discutere

casaPescara. Tutti pronti per il nuovo Piano case presentato dall’Amministrazione comunale. Un gran parlare attorno ad una questione partita da molto lontano, solo un adeguamento ad un progetto nazionale, forse però con deroghe e modifiche a misura di imprenditore. Oggi in Consiglio comunale la delibera ha suscitato grosse polemiche, spaccando ancor di più maggioranza ed opposizione, soprattutto dopo le dichiarazione degli assessori Caldarelli e Antonelli in merito all’eliminazione dei vincoli paesaggistici.

Tra i più perplessi i consiglieri Antonio Blasioli del Pd e Maurizio Acerbo di Rifondazione.
A detta di Blasioli, il progetto presentato dall’amministrazione di centro-destra, non  è che un minestrone di norme, che vanno solo ad illudere tutte quelle famiglie che sperano di poter facilmente aumentare le cubature immobiliari.
Nel sogno di una casa più grande, con una stanza per ogni figlio, dall’oggi al domani potrebbe essere molto più semplice beneficiare di deroghe a misura di costruttore. Forse però sarebbe anche giusto ricordare che le attuali leggi regionali, sì consentono ampliamenti ma, sempre nel rispetto delle normative. E cosa prevede la normativa vigente? L’ampliamento dell’edificio è permesso solo a condizione che l’intero stabile venga poi adeguato agli standard previsti. La costola dolente sembra essere proprio l’adeguamento di tutto lo stabile ai criteri di antisismicità, un intervento che prevederebbe un ingente investimento, considerando anche l’impiego di relativi tecnici e periti.
Da ben valutare se le norme consentono a tutti di poter fare qualcosa, o privilegiano quella classe imprenditoriale che mira al rifacimento totale dello stabile, puntando dall’abbattimento.
A detta di Acerbo, questo non è che l’ennesimo strumento territoriale manipolatore, che guarda molto poco all’Europa ma riprende tutto dal passato, pronosticando non una riqualificazione del territorio ma solo l’apertura ad una situazione di totale anarchia: “si potrà costruire ovunque e dovunque, gettando finalmente via quegli antipatici vincoli paesaggistici”.

Monica Coletti

 

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