Pescara, Attilio Bolzoni parla di mafia in Abruzzo

Mafia e politica. Mafia e apparati dello Stato. Mafia ed economia. Mafia e banche. Con nomi e cognomi, magistrati, imprenditori, giornalisti. Tutti coinvolti nel sistema.

 

Nella più grande scalata di uomini di Cosa Nostra e dei loro amici ai vertici dello Stato. Tutte persone in giacca e cravatta, con la camicia bianca bianca. Tutte persone ai vertici. Tutte persone rispettabili. Tutte persone conosciute da tutti. Tutti mafiosi, figli di un sistema mafioso. Partendo dall’Abruzzo. Imprese tutte “pulitissime” e con la fedina esente da macchie. Tutte che si sono spolpate l’osso, appalti su appalti in “emergenza” divorati da un sistema che già operava per grandi calamità in ogni parte d’Italia. Tutti incensurati, tutti profumati e pettinati. Tutti con il loro puscher personale.

Questa sera (sabato 4 maggio alle ore 18), nella libreria Feltrinelli di ,con Attilio Bolzoni e Primo di Nicola comincerànno da qui, dalla ricostruzione de L’Aquila dopo il terremoto, per raccontare il libro “Il Padrino dell’Antimafia” e i sistemi criminali o para criminali che nel nostro Paese non si servono più direttamente delle vecchie mafie.

Nell’indifferenza generale, con la complicità di ministri dell’Interno e alti magistrati, di spie e generali, Calogero Antonio Montante in arte Antonello è il personaggio che più di ogni altro segna l’oscura stagione delle “mafie incensurate” che dettano legge dopo le stragi del 1992. Simbolo della legalità per Confindustria e a capo di una centrale clandestina di spionaggio, fra affari e patti indicibili la sua storia fa scorgere un pezzo d’Italia con il sangue marcio.

 

Chi è davvero Montante? Solo il prestanome di un sistema imprenditoriale criminale? Il pezzo “difettoso” di una perfetta macchina di potere? È pupo o puparo? Ma c’è un intrigo nell’intrigo: le telefonate del Presidente. Qualcuno sospetta che nelle mani di Montante siano finite le registrazioni delle conversazioni fra l’ex Capo dello Stato Napolitano e l’ex ministro Mancino, quei quattro colloqui agli atti del processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia che la Corte Costituzionale aveva ordinato di distruggere. Un incontro da non perdere.

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