Il Flaiano lascia Pescara, anzi no: il film festival in giro per le piazze

tiboni_flaianoPescara. Il premio Flaiano trasloca a Spoltore, anzi no. Il patron Tiboni rettifica le polemiche sorte negli ultimi giorni sullo spostamento delle proiezioni al multiplex Arca: “Il festival si terrà nelle piazze”. E PescarAbruzzo motiva il rincaro del teatro Massimo: “Colpa dell’Imu”.

“Siamo qui: il premio Flaiano non se ne va da Pescara”: rassicuranti le parole di Edoardo Tiboni, patron del Premio Internazionale Flaiano, che questa mattina ha chiamato a raccolta la stampa per smorzare i toni delle polemiche nate in questi giorni sul trasloco delle proiezioni cinematografiche dal cinema Massimo di Pescara al multiplex del centro Arca di Spoltore e annuncia che quest’anno la prestigiosa manifestazione, in programma dal 28 giugno al 14 luglio, si tramuterà in un tour dei quartieri del capoluogo adriatico.

Le proiezioni dei film in rassegna si terranno si all’Arca, ma i vari eventi della manifestazione si terranno anche al Parco Florida, in piazza Marino di Resta, a piazzale Vittoria Colonna e al Marina di Pescara. Cambio di location anche per la cerimonia finale di premiazione che si terrà a Piazza della Rinascita e non più al Teatro D’Annunzio.

A tramutare il festival in evento itinerante “è la difficoltà economica”, spiega Tiboni, “per l’uso del teatro Massimo”, che storicamente ha ospitato gli spettacoli cinematografici. “C’e’ stata la richiesta imprevista delle spese dell’affitto e del personale del cinema Massimo”, prosegue Tiboni, “abbiamo fatto quattro conti e abbiamo visto che non era conveniente”.

A gestire il Massimo è la fondazione PescarAbruzzo, presieduta da Nicola Mattoscio. Ed è lui a motivare il rincaro del noleggio della sala con l’Imu e le stangate del Governo tecnico. “In seguito ad un pesantissimo inasprimento fiscale”, spiega, “dal 1 gennaio 2013 siamo stati costretta a rimodulare le risorse, facendo fronte ad aumenti che costituiscono un costo totale di esercizio nel 2012 pari a circa 200.000,00 euro. Con un improvvido provvedimento del Governo Monti, iniquamente recepito a livello locale, la Fondazione, a differenza di altri enti non commerciali, è tenuta a pagare l’Imposta Municipale Unica anche sugli immobili di proprietà presso i quali viene svolta anche attività culturale, ricreativa, assistenziale o didattica gratuite”.

Colpa anche delle tasse locali: “All’Imu”, incalza Mattoscio, “si aggiunge il gravame della Tarsu applicato, si badi bene, con incidenze ben superiori a quelle pur note attività commerciali cittadine che i rifiuti li producono davvero in abbondanza, e in misura neanche lontanamente paragonabile alle strutture culturali che, come nel caso, non ne producono affatto. In questo contesto con accenti perfino vessatori, la Fondazione si è vista costretta a imporre erga omnes la ‘totale’ non più gratuita fruizione del Cineteatro Massimo riconoscendo, comunque, ancora una significativa ‘parziale’ gratuita fruizione all’associazione culturale Ennio Flaiano che da quarant’anni realizza il prestigioso Premio Internazionale. La stessa aveva anche formalmente accolto la soluzione di particolare vantaggio delle nuove condizioni di accesso, che in seguito ha ritenuto comunque di dover disdire. Gli sforzi notevoli della Fondazione non sono evidentemente sufficienti ad evitare questa ennesima difficoltà procurata al prestigio di Pescara. Non ci resta”, conclude il presidente di PescarAbruzzo, “che grande ammarezza per questa penosa vicenda che chiama tutte le Istituzioni ad un severa riflessione intorno alle priorità che vanno stabilite per il futuro della nostra città”.


Impostazioni privacy