Pescara, appello di Licio Di Biase: abbassare i costi della cultura

licio_dibiasePescara. È Licio Di Biase, presidente del Consiglio comunale nonché uno delle figure istituzionali in città più legate al mondo culturale, a lanciare l’appello ai responsabili del settore per contenere prezzi e tariffe per l’utilizzo di spazi museali e teatrali: “Se si prosegue così non ci saranno più eventi culturali”.

Un appello al Comune e alla Provincia, ma anche alla Fondazione delle Genti d’Abruzzo, al Mediamuseum e all’Aurum a rivedere le tariffe. “Se si prosegue su questa strada tra qualche tempo in città non ci saranno più eventi culturali con le associazioni, i movimenti e le compagnie teatrali costrette a ridimensionare i propri impegni o, addirittura, a sospendere le attività”. Accorato l’invito che Licio Di Biase, figura istituzionale ma anche storico e scrittore, rivolge a chi ha in mano lo spazio della cultura pescarese. “Fino a qualche anno fa ci si lamentava che Pescara non aveva spazi per le iniziative, per i convegni e  per gli eventi culturali. Oggi gli spazi ci sono”, dice Di Biase, “il Vittoria Colonna, la sala della Circoscrizione Castellamare, la Sala De Cecco, la Sala della Provincia, la Sala Consiliare del Comune di Pescara, la Sala Petruzzi, la Sala Favetta, la Sala del Mediamuseum, le sale del Cinema Massimo, la sala del Teatro S. Andrea e l’Aurum, con la pluralità di sale e salette. Se si eccettua la sala della Circoscrizione Castellamare e la Sala Consiliare del Comune di Pescara, il resto è tutto a pagamento”.

E a questo punto entrano in gioco gli interessi di chi gestisce questi locali: “Posso capire per le strutture private, ma non è possibile che in un tempo in cui ormai le casse degli Enti Locali non permettono più l’erogazione di contributi all’associazionismo culturale, non ci sia da parte degli Enti Locali stessi, Comuni e Province, una sollecita revisione di queste tariffe”, sollecita, “E’ vero che bisogna garantire gli equilibri di bilancio, ma se si prosegue su questa strada tra qualche tempo in città non ci saranno più eventi culturali  con le associazioni, i movimenti e le compagnie teatrali costrette a ridimensionare i propri impegni o, addirittura, a sospendere le attività.

Un appello al Comune e alla Provincia, ma anche alla Fondazione delle Genti, al Mediamuseum e all’Aurum a rivedere le tariffe. Se applichiamo la grigia burocrazia anche agli spazi culturali, dopo la mannaia sui contributi è la fine. Si, sarà proprio la fine!”

 

Daniele Galli


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