Pescara, Di Biase e il consiglio baby in visita alla casa di D’Annunzio e al Museo delle Genti d’Abruzzo

pescara_di_biase_e_consiglio_babyPescara. Il Presidente del Consiglio comunale Licio Di Biase, questa mattina, ha guidato i baby-consiglieri del Consiglio comunale dei Bambini e delle Bambine alla scoperta dei luoghi simbolo del centro storico della città per l’ultima seduta prima delle vacanze estive. Insieme agli studenti molte famiglie che hanno seguito con attenzione la visita iniziata dalla casa natale di Gabriele D’Annunzio, in corso Manthonè.

“Parliamo della casa che ha visto nascere e ha avuto il privilegio di ospitare l’infanzia del Vate – ha ricordato il Presidente Di Biase – oggi divenuta museo in cui sono raccolti i manoscritti di D’Annunzio che sino alla fine del 1800 ha vissuto a Pescara per poi tornarvi solo cinque volte, ossia nel 1897, nel 1904, 1910, nel ’14 e infine in occasione della morte della madre. Ma seppure lontano D’Annunzio ha scritto molto su Pescara o ispirandosi all’immagine della città. Tra l’altro il Vate ebbe la sorte di nascere nel nucleo originario di Pescara che si concentrava tra piazza Garibaldi, corso Manthonè e piazza Unione. Pescara ha vissuto un periodo di forte espansione, poi rallentata con il Medioevo; nel ‘500 venne costruita la piazzaforte in cui la città venne chiusa sino all’Unità d’Italia quando caddero le mura della piazzaforte stessa dando il via allo sviluppo del territorio”. Nel corso della visita i baby-consiglieri hanno avuto modo di vedere le stanze che hanno ospitato D’Annunzio, la camera da letto di zia Maria e dei genitori, lo studiolo, “con il colore blu scuro che prevale anche nelle stanze del Vittoriale che ha ospitato il secondo periodo di D’Annunzio”, ha ancora sottolineato Di Biase che, prima di lasciare la Casa del Vate, si è soffermato sull’immagine posta all’ingresso della struttura “che ritrae la prima chiesa di San Cetteo: l’abbazia che oggi tutti conosciamo fu realizzata nel 1933 da Don Brandano. Le mura e le colonne della prima chiesa, Santa Gerusalemme, sono visibili su via D’Annunzio nel sottosuolo, coperte da teche di vetro, una struttura nata inizialmente come una chiesa ebraica, una sinagoga perché nell’anno mille a Pescara c’era una nutrita comunità di ebrei. Tra il 1042 e il 1043 ci fu la profanazione del volto di Gesù da parte di alcuni ebrei: alcuni testi raccontano che dei cittadini trafissero il volto di Gesù inciso sul legno e da quel volto sgorgò sangue. Gli ebrei nascosero le prove, ma dopo qualche anno alcuni testimoni parlarono. Il signore del posto apri un’inchiesta, venne ritrovato il volto profanato, gli ebrei vennero arrestati e la sinagoga venne requisita dal vescovo di Chieti, ribenedetta e trasformata nella chiesa di Santa Gerusalemme che venne poi demolita a fine anni ‘20”. Il Presidente del consiglio comunale di Pescara ha poi ripercorso anche la storia di Don Brandano, “il parroco divenuto questuante per costruire la nuova San Cetteo: andò dal ministro Ciano e in cambio di soldi per sostenere la realizzazione dell’abbazia, gli promise di chiamare la chiesa Tempio della Conciliazione; poi andò dal re e in cambio di somme gli promise di intitolare la struttura ai Beati di Casa Savoia; ancora andò dal Papa e in cambio di finanziamenti gli promise di intitolare la chiesa ai Santi Papi, per cui effettivamente San Cetteo si chiama Tempio della Conciliazione dei Beati di Casa Savoia dei Santi Papi. Ma non basta: per reperire altro denaro andrò da Gabriele D’Annunzio e, in cambio di una somma, gli propose di seppellire la madre all’interno della chiesa, dove la salma oggi riposa, e il fondo del Vate gli permise di terminare le opere. Contemporaneamente sorgeva poi alla pineta la chiesa della Stella Maris realizzata da Padre Domenico, il parroco mattonaro che col carretto portava le pietre prese dalle macerie di Santa Gerusalemme”. Dopo una visita alla mostra fotografica sugli Eremi, allestita in Casa D’Annunzio, Di Biase ha guidato i bambini nella visita al Museo delle Genti d’Abruzzo, “la vecchia Caserma che il Comune ha recuperato, rivitalizzato e riutilizzato per ospitarvi il Museo che racconta le nostre radici, tremila anni di storia attraverso i rinvenimenti archeologici avvenuti nel tempo”. Al termine della visita il Presidente Di Biase ha salutato i baby-consiglieri che si fermeranno per tre mesi, per poi riprendere i lavori in autunno con la riapertura delle scuole.

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