Stupro Pescara, si alza la protesta contro violenza e scarsa sicurezza

Pescara. Mentre proseguono le indagini degli uomini della Squadra Mobile della Questura di Pescara per ricostruire in maniera accurata quanto accaduto sabato nei giardinetti del terminal bus, dove un 61enne senegalese ha violentato una 39enne della provincia di Pescara, si mobilitano i fronti della solidarietà e della protesta

Si attendono per i prossimi giorni i risultati degli accertamenti e delle analisi effettuati nell’ambito del protocollo antiviolenza: Il pm che coordina l’inchiesta, Rosangela Di Stefano, dovrà richiedere al Gip la convalida dell’arresto entro le prossime 21 ore.

La donna al momento dei soccorsi, era in stato confusionale: si trovava in zona stazione per aspettare la sorella di ritorno da Roma, quando è stata avvicinata dal 61enne con cui ha cominciato a parlare, prima di essere aggredita sessualmente. L’uomo, poi, è stato bloccato nella fuga da alcuni viaggiatori, attirati dalle urla della vittima, e poi arrestato dalla polizia.

La zona dove è accaduto il fatto da tempo è costantemente monitorata dall’amministrazione comunale e dalle forze dell’ordine a causa della presenza perenne di numerosi senzatetto e stranieri. Proprio pochi giorni fa c’erano state due operazioni dei militari della Guardia di Finanza e della Polizia nei pressi dell’area dove ieri si è consumata la violenza sessuale, con il fermo di alcune persone italiane e straniere, trovate in possesso di droga. A più riprese nei mesi scorsi si erano susseguiti controlli della Polizia Municipale con la collaborazione degli operai di ‘Attiva’ per la pulizia e bonifica dell’area.

“Non si può non prendere atto – afferma Mirko Iacomelli responsabile cittadino di Casapound Italia – di come questo episodio sia solo il più grave di una serie di atti criminali che hanno avuto luogo recentemente nella nostra città, spesso commessi da immigrati. Più volte poi abbiamo avvertito il primo cittadino e i membri della sua giunta sulle condizioni di degrado ed assoluta insicurezza dell’area di risulta, arrivando anche a promuovere una raccolta firme, ma mai sono state adottate misure adeguate. “Ora, di fronte a ciò che è accaduto, sentiamo il dovere di far sentire ancora una volta e con più forza la nostra voce”, aggiunge Iacomelli, annunciando per sabato primo settembre un sit in per la sicurezza e “per chiedere a chi di dovere la completa riqualificazione della zona, con l’allontanamento definitivo degli immigrati che vi bivaccano abitualmente, affinché nessuno più rimanga vittima di criminali e sbandati lasciati liberi di agire da istituzioni assenti”.

Si mobilitano anche le commissioni Pari opportunità della Provincia e del Comune. “Episodi come questo, accaduto in pieno giorno, ci evidenziano che siamo di fronte a una impressionante regressione culturale”, afferma Romina Di Costanzo, Presidente Commissione Pari Opportunità della Provincia di Pescara, “in un’epoca che si professa civilizzata come la nostra, il fenomeno della violenza sulle donne sta raggiungendo dimensioni a dir poco barbariche e la radice della violenza di genere emerge cruda e visibile a tutti”. “Dobbiamo mobilitarci contro la violenza, sia per quella che accade altrove che quando si manifesta a un passo da noi, come il fatto dell’area di risulta, un luogo attraversato da molti per prendere i mezzi pubblici o attraversare la città, fra il trafficato Corso Vittorio Emanuele il terminal degli autobus, dove la donna è stata raggirata e abusata da un uomo che voleva soddisfare i suoi desideri, trattandola come un corpo senza anima”, rimarca La presidente della CPO del Comune di Pescara Tiziana Di Giampietro, “Dobbiamo aprire una riflessione sulla paura e sui reali rischi per le donne di una città che porta ancora le ferite aperte dei femminicidi che ha vissuto, ma che non ha mai avuto episodi così duri in quella zona e dove, al pari con il resto d’Italia, la violenza contro le donne si ripete con sempre maggiore frequenza”.

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