Spoltore, la ‘Tavola dei morti’ a Borgo Case Troiano

Spoltore. Torna il percorso alla scoperta de ‘La tavola dei morti’ a Borgo Case Troiano, che prenderà il via alle ore 19:00 di domani, giovedì 1 novembre, con partenza dall’area antistante la Motorizzazione civile, al confine tra Pescara e Spoltore, per incamminarsi all’interno del Borgo.

Ci saranno la Processione dei Frati Morti, la figura allegorica de Lu’ Mazzamurille’, il Pulcinella abruzzese, trait d’union tra il mondo dei vivi e quello dei morti, l’altare del ‘ponte delle anime’, il refrigerium, e soprattutto le tavole apparecchiate, come da tradizione, per accogliere nel modo migliore i propri cari defunti che nella notte tra il primo e il 2 novembre, tornano nelle proprie case per rivedere i propri cari.

L’evento, giunto alla quinta edizione, è organizzato dall’associazione Fontevecchia, presieduta da Luciano Troiano, che illustra:

“Con la ‘Tavola dei Morti’ vogliamo raccontare ai più giovani e riportare alla luce una tradizione importante per la nostra storia, appunto il dovere di onorare nella maniera più giusta, rispettosa e opportuna quelle persone che hanno fatto parte della nostra vita e che in quella notte, vuole la narrazione, tornano nelle loro case per un breve attimo, a salutare i propri cari”.

“Tradizione del centro-sud vuole che in quella notte le famiglie lascino la tavola imbandita come nei giorni di festa, con le migliori cibarie del mondo contadino, maccheroni al sugo, pollo al forno con le patate e la pizza dolce, proprio per dare il benvenuto ai propri cari”.

L’evento, che ha il patrocinio del Comune di Spoltore e delle DMC–Terre del Piacere, completamente gratuito, prenderà il via con il ‘Racconto dei Luoghi’, e, con la sola luce delle candele, ci si incamminerà verso il Borgo Case Troiano, seguendo un percorso delimitato dai lumini, e con alcune pause, ciascuna delle quali sarà caratterizzata da un racconto su vicende e personaggi che hanno caratterizzato il Borgo stesso.

Lungo la stradina del borgo, alla ‘vutate de lo lope’, si incrocerà la Processione dei Frati Morti, con la storia dei ‘tre vivi e tre morti’, che accompagnerà i presenti sino all’oliveto dove ci saranno ‘Lu’ Mazzamurille’, spiritello dispettoso abituato a prendersi gioco dei vivi, e la ‘tomba del Cavaliere’.

All’ingresso del Borgo Case Troiano ci sarà l’Altare devozionale per le anime del purgatorio, e quindi la visita delle abitazioni con le tavole imbandite per la cena accompagnati dal ‘Cantore di Ognissanti’.  All’esterno di ogni abitazione ci saranno dei simboli, come il sacchetto di grano, la scopa rovesciata, la bacinella, il bastone, e, ogni volta, si scopriranno le ragioni di quelle presenze che affondano le radici nella tradizione abruzzese.

Durante la serata sarà possibile rendere omaggio alla Chiesa della Santissima Trinità, situata nel borgo, e che sarà regolarmente aperta: l’ingresso sarà caratterizzato dalla presenza di un ‘Pulcinella abruzzese’, quale trait d’union tra il mondo dei vivi e quello dei morti, e, secondo le antiche credenze, il primo che entrerà libererà un’anima del Purgatorio.

Al termine dell’evento a tutti i partecipanti sarà offerto il ‘cibo penitenziale’, “un cibo povero contrapposto a quello ricco delle tavole, proprio perché la tavola imbandita doveva essere riservata ai defunti”, ha ricordato il Presidente Troiano.

Anche il cibo rituale sarà rigorosamente rispettoso della tradizione, ovvero sarà costituito da ‘il grano dei morti’, ossia grano bollito con noci, melograno e mosto cotto, fave lesse, ceci abbruscati, zucca e patane e vino rosso, un’occasione dunque per riscoprire una tradizione diffusa in tutto il meridione sino agli anni ’60 e che purtroppo si è andata perdendo.

Sabato 10 novembre, per il secondo anno consecutivo, l’evento verrà replicato a Napoli, dove l’Associazione Fontevecchia sarà affiancata dall’Associazione culturale ‘Camminando Insieme’ di Chieti, che conta oltre cento soci, e a Napoli sarà accolta dall’Associazione de ‘I Sedili di Napoli’, con la quale Fontevecchia ha già partecipato alla Processione di San Gennaro, lo scorso settembre, e al Sant’Antonio.

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