Processo Rigopiano, Matrone indignato in aula: “Basta attese”

Pescara. Quando, ieri, i difensori degli imputati hanno cominciato a chiedere al giudice per l’udienza preliminare, Gianluigi Sarandrea, i termini, sempre più dilatati, per esaminare gli atti di costituzione, Giampaolo Matrone, uno dei sopravvissuti della catastrofe di Rigopiano, non ci ha più visto e in aula ha fatto la voce grossa.

Sotto l’hotel travolto dalla valanga ha perso la moglie, Valentina Cicioni, ed è rimasto invalido. Fino ad oggi è stata una delle figure più animate nella battaglia civica delle vittime di Rigopiano, al punto da irrompere in Prefettura per affrontare la funzionaria che, il pomeriggio di quel terribile 18 gennaio 2017, non credette alle telefonate giunte per richiedere i soccorsi.

“Il Giudice aveva disposto il rinvio al 25 settembre, ma poi si è andati al 16 ottobre, e ancora non bastava agli avvocati della difesa, e si è passati al 30 ottobre. Non ci sono più stato. Non possono essere gli imputati e i loro legali a dettare l’agenda del processo, perché loro hanno tutto l’interesse a tirarla per le lunghe” ha spiegato il pasticciere di Monterotondo al termine dell’udienza dedicata alle costituzioni di parte civile: anche lui, ovviamente si è costituito, per se stesso e per la moglie Valentina, per il tramite del suo legale, l’avvocato Andrea Piccoli, del Foro di Treviso. Alla fine il Gup ha riportato il rinvio al 27 di settembre.

“Basta attese. E’ dal 18 gennaio del 2017 che aspettiamo, che chiediamo giustizia e finora non abbiamo visto nulla: non solo nessun risarcimento, ma neanche nessuna condanna. A voler essere fiscali, non è neanche iniziato il processo vero e proprio perché siamo ancora all’udienza preliminare. Formalmente, non c’è stato ancora nessun rinvio a giudizio. Ma quello che fa ancora più male è l’assenza dello Stato, delle Istituzioni: tante parole, ma alla fine nessuno si è fatto sentire veramente e concretamente” ha proseguito Matrone.

“Quello che colpisce in questa vicenda – conferma e lamenta l’avvocato Piccoli – è che, al di là dell’aspetto delle responsabilità penali, che saranno oggetto del processo, queste famiglie in più di due anni e mezzo non hanno visto un euro di risarcimento e parliamo di una tragedia di Stato che vede coinvolte le istituzioni ai massimi livelli e che è costata la vita a ben 29 persone innocenti”.

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